venerdì 8 novembre 2024

CLAUDIO MILANO

 

I Sincopatici Ft. Claudio Milano – Decimo Cerchio

(Snowdonia, 2024)

NichelOdeon & borda – Quigyat

(Snowdonia, 2024)

Nemo, Milano, Clemente -  Frattura, Comparsa, Dissolvenza

(Autoprodotto, 2024)

 

Per presentare a chi non lo conoscesse il personaggio di Claudio Milano verrebbe la tentazione di fare mille premesse, distinguo e avvertenze, ma la tragedia per chi scrive di lui è che alla fine riuscire a cogliere tutto l’insieme delle sue esperienze e delle sue espressioni artistiche sta diventando sempre più impossibile. In più di vent’anni ha collezionato una lunga serie di pubblicazioni, spettacoli, progetti multimediali e collaborazioni tale che la lista diventerebbe illeggibile, ma è forse il modo di fotografare meglio la sua idea di arte come un continuo connubio di tradizione e sperimentazione. Non sorprende quindi che nel giro di pochi mesi di questo 2024 siano usciti ben 3 progetti in cui è coinvolto in prima persona, ma stavolta sembra che nei 3 album ci sia una sorta di filo conduttore in cui la voce, vista come strumento sia melodico che declamatorio e teatrale, è la protagonista principale.

 Lo è ad esempio nel progetto uscito a nome I Sincopatici Ft. Claudio Milano, una rilettura dell’Infermo Dantesco tra suoni spettrali e voci sofferte, nata in verità come esecuzione live per accompagnare la proiezione del film  L'Inferno" del 1911 (monumentale opera dei registi Francesco Bertolini, Giuseppe De Liguoro e Adolfo Padovan). Quella di offrire spettacoli con film muti accompagnati da una composizione scritta appositamente è una specialità chiamata Cineconcerto  dei Sincopatici, trio composto da Francesca Badalini (autrice delle musiche), Andrea Grumelli e Luca Casiraghi, che hanno invitato Milano a condire con i suoi viaggi vocali in svariate ottave il tutto. Risultato sicuramente suggestivo, con musiche pensate per 26 passi dell’opera con soluzioni molto interessanti tra elettronica e musica elettro-acustica, che ovviamente sarebbe stato bello godersi dal vivo (quella sul disco è la registrazione della performance tenutasi a Varese).

Il secondo progetto è invece uscito a nome NichelOdeon, che è uno dei nickname più usati da Milano, che condivide la paternità di Quigyat  con borda, alias di Teo Ravelli. Il disco riprende un recital tenutosi a Stradella nel 2023 (A.N.F.O.R.E. – A New Form Of European Recital), ma i due hanno poi lavorato di addizione anche in studio sfruttando il talento con l’elettronica di borda. 5 lunghi brani che sperimentano l’intreccio di suoni e voce scritti da Milano, eccezion fatta per una coraggiosa versione di  Los Pajaros Perdido di Astor Piazzolla, mentre la lunga title-track che apre il disco (con il sottotitolo di a Little Symphony For Frozen Soildiers, ma il titolo si riferisce alle aurore che per i popoli nordici sarebbero lo spirito dei bambini morti violentemente nel giorno del loro compleanno), scritta a due mani con Ravelli, vuole rappresentare gli orrori della guerra grazie ad una idea di resistenza culturale condotta attraverso la perfomance musicale e vocale. Disco sicuramente concettuale, ma con momenti musicali in cui la melodia, per quanto destrutturata alla maniera di Milano, torna a farsi evidente.

Il terzo e ultimo progetto è uscito in questo settembre 2024 ed è il più curioso. Il cd esce a nome di un trio di artisti, Claudio Milano ovviamente (comunque supportato ancora una volta da borda/Teo Ravelli, per l’occasione ribattezzati assieme RaMi), Alberto Nemo  e Niccolò “Whale” Clemente  , entrambi pianoforte e voce, tutti e tre impegnati a personificare con la loro esecuzione una riflessione sulla perdita della capacità dell’uomo moderno di trasmettere correttamente nel tempo il proprio sapere. Alberto Nemo  apre e chiude l’opera con Frattura con la sua voce tenorile e i suoi giri di pianoforte impersonificando “Il mistico”, mentre Clemente con vocalità baritonale si intromette in Comparsa come “uomo di scienza “. A MIlano è affidata la drammaturgia della parte più emotivamente forte della sceneggiatura (Dissolvenza, canto di violazione fisica che si risolve simbolicamente in un Pater Noster) , per un’opera in 4 tempi davvero affascinante, anche qui idealmente da gustarsi come perfomance teatrale. Le note di copertina ci dicono che la registrazione è avvenuta in un ormai scomparsa pompa di benzina di Prato che fu per un certo periodo trasformata in una galleria d’arte e luogo per piccoli spettacoli. Da notare anche il bel libretto che accompagna il CD,  che spiega molto meglio di quanto possa farlo una qualsiasi recensione il senso e il sentimento che muove queste esecuzioni che sfociano in una musica d’avanguardia che rappresenta un modo di espressione tutto sommato senza tempo e slegato da qualsiasi logica di rapporto di dipendenza musicista-spettatore.

In questi tre album c’è sempre un concetto alla base di tutto, e c’è una o più voci che lo esprimono con il dolore, il pathos e anche grande tecnica. Non chiedetevi che genere siano questi tre album, immergetevi ad occhi chiusi e ve lo sveleranno loro.

Nicola Gervasini

 

https://www.youtube.com/watch?v=grvZ5Icy6N8
https://www.youtube.com/watch?v=0sRkVkJ0GkU

 

https://claudiomilano.bandcamp.com/album/quigyat

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