mercoledì 9 dicembre 2020

DELTA SPIRIT

 


  

 

Delta Spirit
What Is There
[New West 2020]

 Sulla rete: deltaspirit.net

 File Under: Searching for the Spirit


di Nicola Gervasini (29/09/2020)


Più che “seguirli”, i Delta Spirit noi di Rootshighway li “inseguiamo”, a vista e di nascosto, nella speranza di non dover ammettere di aver preso un granchio dieci anni fa. Non che non esistano nella storia parecchi gruppi in grado di fare il buon disco per poi perdersi nel tragico tentativo di fare per forza di meglio, ma con loro abbiamo sicuramente un conto aperto. Era il 2010 quando il loro secondo album, History From Below, ci piacque parecchio, quasi una diversa versione dei My Morning Jacket ancora più vicina ai nuovi linguaggi del mondo indie. Vado a rileggere la recensione che scrissi ai tempi, con un prudente 7,5 che poteva anche essere un 8, e un finale di confronto con Okkervil River e Felice Brothers, band che oggi vantano una lunga ed encomiabile carriera quasi senza passi falsi, al contrario di loro che invece non si sono più ripetuti.

O, peggio, hanno stravolto la loro formula di hippie-music moderna in favore del pop barocco freddo e geometrico degli album Delta Spirit (2012) e Into The Wide (2014). Paradossalmente dischi che hanno avuto anche un certo successo di vendite rispetto ai primi due (il debitto era Ode To Sunshine del 2008), e molti ci assicurano che sul palco la band non aveva perso in capacità di mostrare i mille colori d’una tavolozza musicale nata stilisticamente nella California del Flower Power degli anni Sessanta. Ma evidentemente Matthew Vasquez ha avuto bisogno di ricaricare le pile se è vero che questo quinto album, What Is There, esce a sei anni di distanza dall’ultimo, con un cambio significativo di etichetta che li accasa nella patria della “roots-music-che-vende-ancora-qualche-cosa” della New West. In verità lui non si era fermato (tre album solisti tra il 2016 e il 2019), ma questo nuovo lavoro sembra voler riprendere la dimensione di band-collettivo con i compagni Kelly Winrich Jonathan Jameson, Will McLaren e Brandon Young, e ritrovare lo spirito fresco e naif degli esordi.

Purtroppo il risultato, sebbene veda un encomiabile sforzo compositivo volto a cercare brani che possano risultate interessanti in qualsiasi veste li si presenti (la title-track che chiude l’album, così come le ottime Home Again o Just The Same), è ancora lontano dai migliori auspici. E se la sovraproduzione che rendeva stucchevoli i due dischi precedenti qui fortunatamente viene tenuta a bada, resta però una generale sensazione di suono di “plastica” che non rispetta per nulla quello esibito nei loro concerti. Insomma, What is There sembra cercare la genuinità degli esordi (lo producono loro stessi forse proprio nell’intento di trovarla), ma si continua a barcamenare tra brani un po’ troppo di facile presa come Better Now Lover's Heart e altri semplicemente minori come Can You Ever Forgive Me?. Ne risulta quindi che possiamo continuare a considerare i Delta Spirit un buon gruppo da seguire, se mai potremo vederli dal vivo, ma la cui personalità e originalità si è un po’ persa nella disperata ricerca di un qualcosa che forse non si erano neanche accorti di avere trovato subito al secondo album, e non era una fortuna da buttare così al vento.


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