lunedì 25 gennaio 2021

LEMONHEADS

 



 

The Lemonheads
Lovey (30Th Anniversary Edition)
[Fire records 2020]

 Sulla rete: thelemonheads.net

 File Under: X Generation classics

di Nicola Gervasini (29/10/2020)

Una delle cose più difficili per chi è della mia generazione, e ha sentito gli anni 90 come il momento musicale più vivo vissuto in diretta, è cercare di essere obiettivi nell’inquadrare certi eroi di quell’epoca, soprattutto alla luce del fatto che di tanti artisti amati nella prima parte di quel decennio, davvero pochi hanno avuto la capacità di mantenere un livello sempre al di sopra della media anche dopo. E qui l’elenco lo lascio fare a voi, ognuno ha i suoi nomi, ma su una grossa delusione forse saremmo tutti d’accordo, ed è quella di Evan Dando. Per questo ringraziamo la Fire Records per aver deciso di ristampare in occasione del Record-Store Day store del 23 ottobre l’album Lovey dei Lemonheads, perché ogni tanto è bene ricordarci che quell’uomo che ormai da anni tergiversa in dischi di cover e in album di originali discutibili (ma l’ultimo, il comeback omonimo dei Lemonheads, è uscito ormai 14 anni fa…), un tempo aveva molto da dire.

Lovey uscì originariamente nel 1990, era il loro quarto album, ma se si considera che della line-up d’esordio era rimasto ormai il solo bassista Jesse Peretz con Dando (e anche lui mollerà la barca dopo questo disco), può tranquillamente essere considerato un nuovo esordio. E lo era anche da un punto di vista dell’etichetta, visto che era il loro primo disco su major (l’Atlantic) dopo tre album di rauco college-punk circolati comunque con grandi onori nel mondo dell’underground anni Ottanta. E di fatto è l’album in cui Dando trova una perfetta quadra tra il furore figlio del punk californiano dei suoi primi dischi, e quell’amore per i songwriter americani degli anni Settanta che aveva sempre professato (nel precedente Lick comparivano già una Luka di Suzanne Vega e un brano della country-singer Patsy Cline per dire). Questo spiega quindi la presenza di una cover dell’eroe country-rock Gram Parsons (una splendida Brass Buttons), ma soprattutto fa capire come mai la sintesi delle due anime fu una sorta di versione aggiornata del pub-rock che fu di Elvis Costello e Nick Lowe o della lezione dei Big Star.



Lo si chiamava nuovo power-pop ai tempi, e abbracciava la filosofia di un rock nato sì nei bassifondi, ma portato alla luce con melodie accattivanti e volendo anche radiofoniche, e 3-minute songs che badavano ad andare subito al sodo senza perdere troppo tempo in arrangiamenti complessi. Lovey era un album breve, con undici brani in cui solo (The) Door sorpassava abbondantemente i tre minuti e mezzo, ma aveva una intensità davvero invidiabile ancora oggi, e brani come Half the TimeStoveBallaratYear of The CatCome Downstairs Ride with Me sono rimasti comunque dei piccoli classici della loro storia. Nonostante venisse spinto da una major, l’album fallì a vendere tanto, ma era il 1990 e gli USA ancora erano ubriacati dal rock FM e dal fenomeno Guns N’ Roses. Di fatto, quando nel 1992 uscirà It’s a Shame About Ray, il seguito di Lovey, anche loro assaporarono buone vendite e il successo di alcuni fortunati singoli, ma nel 1991 era successo di tutto grazie all’esplosione della scena di Seattle, e il terreno si era fatto fertile anche per la loro proposta musicale.

Lovey
 però resta il disco più amato dai fans, perché alla fine conteneva già tutto, e sintetizzava meglio comunque le loro origini di giovani punkettari. Questa 30Th Anniversary Edition esce sia in formato CD che LP, e al disco originale dovutamente ripulito e rimasterizzato, aggiunge un booklet che ripara alla spartanità dell’edizione CD in circolazione da anni, con foto e contributi, e un mini-live di 8 brani intitolato Live At The Wireless, registrato nel 1991, e che vede in scaletta anche una cover di Nightime dei Big Star.

Disco imprescindibile per capire che quanto è successo negli anni Novanta in fondo scorreva già da tempo nelle vene degli Ottanta, e sia mai che magari a Evan Dando torni un minimo di ispirazione rivedendolo così ben confezionato
.


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