lunedì 27 aprile 2020

BLACK TAIL

Black Tail
You Can Dream It In Reverse
[MiaCameretta/Lady Sometimes 2020]

 File Under: Call me indie

ladysometimes.bandcamp.com

di Nicola Gervasini

Se oggi si discute molto se abbia senso parlare ancora di “indie-rock” come di un genere ben definito, Cristiano Pizzuti, voce e chitarra dei Black Tail (trio composto anche dalla sezione ritmica di Roberto Bonfanti e Luca Cardone), sembra invece rivendicare con fierezza l’appartenenza a un movimento che anni fa rappresentava un’idea precisa. Da una parte il citare modelli chiari come Sparklehorse, Wilco, Teenage Funclub, fino anche ai più recenti Big Thief e War On Drugs, dall’altra il raccontare che l’idea del gruppo è nata nell’isolamento di un bosco dalle parti di Boston, con rimandi alla “mitologia indie” del cottage isolato di Bon Iver e dell’artista autosufficiente. E in più aggiungiamoci che per il loro terzo album, You Can Dream It In Reverse, hanno chiesto al tecnico del suono Filippo Strang di ricreare in studio l’atmosfera di una registrazione fatta nella propria camera da letto, rumori, fruscii e imperfezioni compresi, idea da cui deriva il nome della loro etichetta (MiaCameretta Records). Risultato che suona persino antico nel 2020, eppure quantomai suggestivo, fin dai due lunghi, eterei brani che aprono l’album (China Blue e Sequoia), prima che le chitarre jingle-jangle di Stars Colliding riportino la lancetta indietro di 30 anni. Come da grammatica di genere, la band spazia tra brani acustici e introspettivi (The Great Coimet of 1996), ballate di stampo più classico (la corale Sun) a momenti più elettrici (Not Ok). Interessante il finale con la suadente Late Summer che sorprende con le sue chitarre anni 50 quasi in stile Shadows, e la notevole Firecracker. Da seguire.


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