domenica 14 marzo 2021

EIGHT ROUNDS RAPID

 



Eight Rounds Rapid
Love Your Work
[Tapete records 2020]

 Sulla rete: eightroundsrapid.com

 File Under: Son(gs) of Your Father


di Nicola Gervasini (22/12/2020)


Cantine riadattate a locale, band che suonano al livello di pubblico per mancanza di un palco, fili elettrici ovunque, sedie bandite dalla sala, pubblico pronto a buttarsi nella mischia di un indiavolato pogo. Sono solo alcune delle immagini che mi sono subito venite in mente ascoltando i primi pezzi del disco Love Your Work degli Eight Rounds Rapid, band che viene dall’Essex e giunta al terzo album dopo Lossleader del 2014 e Object D'Art del 2017. Sì, perché il trittico You Wait, Passive Aggressive (e il titolo è già tutto un programma) e Love Don’t fornisce un campionario di chitarre sporche e volutamente mal suonate, ottime per una festa clandestina tra liceali con l’ormone in fiamme, magari da fare nello scantinato insonorizzato con le confezioni di uova mentre mamma al piano di sopra ricama al punto croce la casalinga e rassicurante copertina del disco.

Sono scene forse di un tempo che non torna più, quello di un mondo rock underground di fine anni 70 e alba degli anni 80, ma sicuramente il chitarrista Simon Johnson è cresciuto con quelle immagini nella testa grazie a papà, che altri non è che il mitico e a noi ben noto Wilco Johnson dei Dr. Feelgood, che se li è portati anche in tour come gruppo spalla. E da lì, infatti, parte il loro suono, soprattutto nei primi due dischi o in brani come Letter, mente questo Love Your Work sembra più volersi spostare in territori quasi da energico post-punk, con brani che echeggiano i Gang Of Four (Future Estates) o addirittura i Pere Ubu (Tricks), mentre altrove la loro cultura di pub-rock intrisa di blues li porta a produrre episodi come Eating, blues rauco e alcolico alla Birthday Party o anche alla Jon Spencer Blues Explosion. A rendere il tutto più straniato è decisamente la voce di David Alexander, figlio vocale di John Lydon dei Sex Pistols con il suo modo stridulo e allucinato di recitare, ancor più che cantare, i brani.

Ma se il clima è decisamente retrò, non mancano comunque episodi che conducono più avanti con i riferimenti storici, con una Retro Band che aggiungendo persino un battito elettronico porta subito il tutto nelle cantine degli anni 90, dove magari i Pixies avrebbero trovato modo di mettere nel loro repertorio un brano come Onesie. La sezione ritmica di Jules Cooper al basso e Lee Watkins alla batteria macina battiti e sudore per tutti i 30 minuti (per 12 canzoni) dell’album, che arriva, colpisce forte e finisce quando ancora non ci si è ripresi dal colpo. Come riusciva a fare il rock da combattimento di un tempo, che oggi fatto da questi giovani suona un po’ come fosse musica classica, da eseguire con rispetto e amore come hanno fatto in questo album gli Eight Rounds Rapid.

Nessun commento:

BILL RYDER-JONES

  Bill Ryder-Jones Lechyd Da (Domino 2024) File Under:   Welsh Sound I Coral sono da più di vent’anni   una di quelle band che tutti...