Los Campesinos! – All Hell
2024, Heart Swells
Non mancava certo anche una dose
di ironia nella scelta del nome dei Los Campesinos!, traducibile un po’
liberamente come ”i campagnoli”, visto che è questa un po’ la definizione che
darebbe un qualsiasi londinese se gli chiedete cosa ne pensa degli abitanti del
Galles. Loro vengono infatti da Cardiff, e nel 2008 il loro primo album Hold on
Now, Youngster... pareva il preludio di una felice carriera da hit-makers.
Sebbene la band abbia un seguito ormai consolidato nel corso di 15 anni circa
di carriera, le cose non sono poi andate così, visto che gli album successivi non
hanno incrementato le vendite, e fatto perdere un po’ di entusiasmo anche nella
critica specializzata che li aveva promossi in partenza.
Alla band è sempre stata un po’
contestata la propria indole un po’ grezza e adolescenziale, sia nella
produzione dei dischi, sempre molto più di pancia che di testa come approccio,
sia nei testi, sempre ironici e irriverenti (basta anche solo leggere titoli
degli album e delle canzoni), al limite della sboccata goliardia. All Hell
è il loro settimo album, e arriva più di sette anni dopo Sick Scenes, che era
stato accolto un po’ freddamente, e
porta importanti novità come l’autopromozione (dopo anni di contratto con la
Wichita, il disco esce per la Heart Swells, fondata da loro stessi), ma
soprattutto un cambio di marcia decisivo nella produzione, affidata
all’arrangiatore Tom Bromley, che ha portato una decisa sgrossatura dei suoni a
favore di un indie-pop più sofisticato del loro solito.
Ascoltate A Psychic Wound per
credere, ma anche altri brani come Long Throes e persino episodi più power-pop come To Hell
in a Handjob risultano più studiati del solito. Non che la band abbia del tutto
perso la naïveté per cui erano famosi, ma, dopo una lunga pausa, è chiaro l’intento
di fare un passo più in là verso un pop più elaborato e adulto. Il risultato è incoraggiante,
in patria già gridano al grande ritorno, e sicuramente All Hell segna una
importante ripartenza di una band che necessitava una rinfrescata nella propria
proposta, anche se ancora affiorano alcune sbavature, e i testi continuano a esprimere
una sorta di filosofia dal basso, con metafore che coinvolgono sempre
riferimenti ai video games, al calcio, all’alcoolismo, al wrestling e
ovviamente al sesso, esattamente tutto quello di cui potrete discutere in un
qualsiasi pub del Regno Unito sicuri di trovare veri esperti in materia.
Insomma, i Los Campesinos! continuano
a parlare la lingua di un popolo non più giovanissimo e perso in una nuova idea
di “No Future” (“A 37 anni senza figli e un lavoro sono un morto che cammina”
cantano), e, soprattutto, di non appartenenza al mondo di oggi, con il continuo
riferimento ad un “Loro “ lontano (il verso “Non comprano le birre che bevo/E
non bevono le birre che compro” direi che esprime tutto), eppure musicalmente
il disco si lega ad un sound più da brit-pop anni 90 in maniera convincente.
Qualcuno potrebbe lamentarsi per la perdita di innocenza, ma All Hell è forse
il disco che apre un futuro che non era troppo sicuro fino a qualche tempo fa .
Nicola Gervasini
VOTO: 7.5