Hank Shizzoe Steady As We Go [Blue Rose 2019] hankshizzoe.com File Under: guitar blues di Nicola Gervasini (31/10/2019) |
Sono circa venticinque anni che lo svizzero Thomas Herb tiene alta la bandiera della roots-music anche nella “Federazione”, sotto il nickname di Hank Shizzoe, tanto che ormai quasi ci si dimentica delle sue origini bernesi e lo si prende davvero per un hobo di Austin perso nel centro Europa. Ovviamente promosso dalla tedesca Blue Rose, etichetta da anni impegnata nella propagazione del verbo americano nel vecchio continente, Steady As We Go è una sorta di riassunto stilistico di tutta la sua carriera e delle sue influenze, dove otto cover e tre originali convivono perfettamente.
Shizzoe non è un vocalist particolarmente dotato (anche se il suo accento ben nasconde le sue origini), ma è uno che ci sa fare davvero con la chitarra, con uno stile 'Laid Back' alla JJ Cale che caratterizza anche questo pugno di canzoni. Stilisticamente sono tre i registri usati da Shizzoe: il primo è quello di un country swingato e jazzy, alla Willie Nelson direi, qui portato avanti con lo standard Careless Love (brano portato al successo da Lonnie Johnson) e la cover di Days of Heaven di Randy Newman (un inedito uscito nel suo box del 1998) . C’è poi un registro più puramente blues, qui rappresentato da I Been Treated Wrong di Washboard Sam o da Make Me A Pallet On Your Floor di Mississippi John Hurt, mentre la sua anima da vero outlaw country riaffiora in alcuni episodi lenti e sofferti come On Top Of Old Smokey (Hank Williams) o Cool Water, brano scritto da Bob Nolan dei Sons Of Pioneers. A completare il programma si aggiungono alcune cover più celebri, su tutte la stranota Stan By Your Man di Tammy Wynette, resa più con rispetto che enfasi, ma nel finale arriva anche il sentito omaggio al nuovo mito di Tom Petty con una convincente versione di California (era sulla colonna sonora di She’s The One).
Il padrone di casa se la cava anche nei brani autografi, con una title-track che evidenza anche un taglio da cantautore classico e l’accoppiata Havre De Grace e They’re No Good (qui aleggia forte l’influenza di John Prine) che non sfigurano in mezzo a tanti classici. C’è forse da lamentare una certa esagerata rilassatezza nei toni, ma dopo che vi ho parlato di JJ Cale penso che abbiate ben capito lo spirito da sedia a dondolo sulla veranda di queste canzoni, e sono invece notevoli i suoni confezionati grazie all’eccellente lavoro di mastering fatto in California da Stephen Marcussen, un maestro nel ruolo che ha lavorato in passato con Johnny Cash per American Recordings, Rolling Stones, Tom Petty per Wildflowers, Ry Cooder e Willie Nelson. Steady As We Go può essere quindi un buon modo per conoscere questo indomito bluesman d’oltralpe, forse uno dei migliori della scuderia Blue Rose, a ulteriore conferma di come lo spirito della roots music americana è ormai da tempo condiviso anche in Europa.
Shizzoe non è un vocalist particolarmente dotato (anche se il suo accento ben nasconde le sue origini), ma è uno che ci sa fare davvero con la chitarra, con uno stile 'Laid Back' alla JJ Cale che caratterizza anche questo pugno di canzoni. Stilisticamente sono tre i registri usati da Shizzoe: il primo è quello di un country swingato e jazzy, alla Willie Nelson direi, qui portato avanti con lo standard Careless Love (brano portato al successo da Lonnie Johnson) e la cover di Days of Heaven di Randy Newman (un inedito uscito nel suo box del 1998) . C’è poi un registro più puramente blues, qui rappresentato da I Been Treated Wrong di Washboard Sam o da Make Me A Pallet On Your Floor di Mississippi John Hurt, mentre la sua anima da vero outlaw country riaffiora in alcuni episodi lenti e sofferti come On Top Of Old Smokey (Hank Williams) o Cool Water, brano scritto da Bob Nolan dei Sons Of Pioneers. A completare il programma si aggiungono alcune cover più celebri, su tutte la stranota Stan By Your Man di Tammy Wynette, resa più con rispetto che enfasi, ma nel finale arriva anche il sentito omaggio al nuovo mito di Tom Petty con una convincente versione di California (era sulla colonna sonora di She’s The One).
Il padrone di casa se la cava anche nei brani autografi, con una title-track che evidenza anche un taglio da cantautore classico e l’accoppiata Havre De Grace e They’re No Good (qui aleggia forte l’influenza di John Prine) che non sfigurano in mezzo a tanti classici. C’è forse da lamentare una certa esagerata rilassatezza nei toni, ma dopo che vi ho parlato di JJ Cale penso che abbiate ben capito lo spirito da sedia a dondolo sulla veranda di queste canzoni, e sono invece notevoli i suoni confezionati grazie all’eccellente lavoro di mastering fatto in California da Stephen Marcussen, un maestro nel ruolo che ha lavorato in passato con Johnny Cash per American Recordings, Rolling Stones, Tom Petty per Wildflowers, Ry Cooder e Willie Nelson. Steady As We Go può essere quindi un buon modo per conoscere questo indomito bluesman d’oltralpe, forse uno dei migliori della scuderia Blue Rose, a ulteriore conferma di come lo spirito della roots music americana è ormai da tempo condiviso anche in Europa.
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