Matteo Nativo
Orione
RadiciMusic Records
File Under: Blues per un matrimonio
Matteo Nativo è un
virtuoso chitarrista toscano attivo da più di 30 anni, ma che curiosamente solo
a 52 anni arriva a pubblicare il suo album d’esordio. Orione è raccolta
di sette brani inediti, spesso scritti con la collaborazione di Michele
Mingrone, e due cover di Tom Waits che in qualche modo targano fin da
subito la sua proposta, basata su un impianto blues, ma con un approccio
decisamente più cantautoriale. E oltretutto il suo stile chitarristico, basato
spesso sulla tecnica del fingerpicking (si dice allievo di Leo Kottke e si
sente), pare essere lontano dall’abituale mondo musicale di Waits. Le due cover
sono in verità due traduzioni in italiano, operazione sempre rischiosa ma direi
più che riuscita, sia quando le parole sono le sue (una ottima Clap Hands),
sia quando invece la traduzione arriva da un'altra valida cantautrice toscana
come Silvia Conti (che poi offre i cori in tre brani del disco). I brani
inediti variano molto sui temi, partendo con toni più che personali raccontando
prima la dolorosa separazione dalla moglie (Che Ora è?), ma
successivamente anche una dedica alla stessa in occasione di una diagnosi di
una malattia (Ovunque tu sarai), in una sorta di viaggio a ritroso nel
tempo nella storia del loro amore. Altrove si parla di guerra (Oradur),
rinascite personali (Ultima stella del Mattino) e si piangono amici
scomparsi (Orione), con toni da blues sofferto, ma con l’eccezione della
scanzonata e divertente Fantasma, e del fugace amore con una
improvvisata fan dopo un concerto di Un’altra Come Te. Suonato in trio
con Fabrizio Morganti e Lorenzo Forti alla sezione ritmica e qualche ospite a
corredo, il disco è prodotto con l’esperto Gianfilippo Boni.