Nero Kane
For the Love, the Death and the Poetry
(Subsound Records, 2025)
File Under: Black Mass
Ci sarebbe da dividere la presentazione di For the Love, the Death and the Poetry, il nuovo album di Nero Kane, in due parti: una rivolta a chi già conosce i suoi precedenti lavori, una invece rivolta a chi ancora non ha incontrato la sua musica. Per i primi consiglierei di partire dal titolo e dalle tre parole chiave, Amore, Morte, Poesia, perché poi il suo “psych dark folk” (questa è la descrizione che si trova subito online, indicativa, ma non esaustiva, del suo stile) è effettivamente animato da un continuo rapportare amore e morte, e da un atteggiamento (e un suono) decisamente etereo che sa di poesia ancora prima di leggere poi i versi delle sue canzoni.
Per i secondi invece direi di partire dalle conferme rispetto ai 3 album precedenti, innanzitutto della partner in crime Samantha Stella, al solito presente sia come musicista, vocalist e autrice (e pure promoter aggiungerei), e dalla conferma di Matt Bordin come unico terzo musicista e co-produttore dell’album. Il che fa subito capire che For the Love, the Death and the Poetry persegue, fin dalla quasi a campana a morto suonata dal piano nell’iniziale As An Angel’s Voice, la strada di realizzare colonne sonore per quella sorta di messa laica che sono i loro concerti, dove gli effetti della chitarra di Nero e le tastiere di Samantha compongono lo stesso muro di suoni oscuri qui riproposti.
E se il primo brano mostra tutto il loro background intriso di dark-music anni Ottanta, già la chitarra immersa in echi morriconiani ed evocativi tocchi di slide alla 16 Horsepower della successiva My Pain Will Come Back To You, riporta in evidenza invece la cultura di musica americana di Kane, che qui si cimenta in una ballata epica che si sarebbe potuta tranquillamente proporre al Johnny Cash degli American Recordings. Sta in questo contrasto la particolarità, e direi tranquillamente unicità, della proposta di Nero Kane, che sicuramente gioca molto sul fattore “atmosfera”, come dimostrano lo strumentale Unto Thee On Lord e seguente Land Of Nothing, cantata da Samantha Stella in pure “Nico-style”. Ma c’è comunque spazio per il Kane songwriter, come nella dolente ballata acustica Mountain Of Sin, puro folk d’altri tempi, o per le soluzioni anche più dark-prog di The World Heedless Of Our Pain (ai Dead Can Dance sarebbe piaciuta molto), che spiega anche perché il set live del duo Kane-Stella sia molto apprezzato anche in ambiti europei del mondo del prog/dark metal, nonostante la mancanza di molti segni distintivi del genere nella loro proposta,
Il disco, anche nel suo seguito con Receive My Tears, There Is No End e Untile The Light Of Heaven Comes (credo che i titoli bastino per spiegare e far immaginare il mood dei brani), non porta comunque particolari stravolgimenti nella loro musica, se non una continua maturazione di una idea che resta intrigante, anche se non per tutti (se cercate l’energia positiva del rock è forse meglio girare alla larga da questi paraggi), e che conferma Nero Kane come uno dei nomi che possiamo davvero pretendere di esportare anche fuori dai nostri confini.
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