
Poca gente in Italia sa produrre del vero rock americano da
FM come si faceva negli anni 90, ma
Davide
Buffoli è sicuramente tra questi, come già mi aveva confermato il suo album
Prices
del 2011. Poi magari vi chiederete se ha senso fare ancora del “
del vero rock americano da FM come si faceva
negli anni 90” nel 2017, visto che pure in patria è genere ormai caduto in
disuso, e la risposta sarebbe anche sì ascoltando i 5 brani di
The Grand Slam. Che non delude l’attesa
se non nella quantità, visto che i 18 minuti spingono a chiedere bis che non ci
sono. Ma fin dal riff della title-track, fatto come dio (o Keith Richards) comanda, si capisce subito che “il tiro” è quello giusto. D’altronde Buffoli
non è certo chitarrista da grandi idee sul futuro del rock and roll, fa parte di una generazione
qui cantata in
Born In The 70’s (
Believe it or not, I still hearing that
sound” spiega senza mezzi termini). E il tiro
resta quello giusto anche per i due brani seguenti, una
Walking With You che sa di Del Amitri lontano un miglio e la
rockettara
Eyes On Me. Qualcuno gli
dia più fiducia (e soldi mi sa) perché possa realizzare un nuovo album intero e
magari pagarsi la costosa e laboriosa registrazione di un vero batterista, anche
se che si stia sentendo una drum-machine lo si capisce solo leggendo le note di
copertina o arrivando alla conclusiva
My
Favourite Hour, quasi una ballad di Pop/R&B, per cui i complimenti vanno anche al programmer Stefano Berto. Che
ci volete fare, mi piace: sarà che il vero rock americano da FM come si faceva
negli anni 90 un po’ mi manca.
https://www.cdbaby.com/cd/davidebuffoli3
Nicola Gervasini
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