| | Bert Jansch Crimson Moon [Earth Recordings 2020] Sulla rete: earthrecordlabel.com
File Under: father and sons di Nicola Gervasini (19/10/2020) |
Non so quanto possa essere lungimirante dal punto di vista imprenditoriale la politica della Earth Recordings, sotto-etichetta della Fire Records, da qualche tempo impegnata in improbabili ristampe dal punto di vista commerciale di parecchi dischi - anche minori - di Bert Jansch. Di certo se il suo è nome venerato e più che nobile nel mondo musicale inglese, lo si deve ai suoi album degli anni Sessanta e Settanta, e alla partecipazione al progetto dei Pentangle; mi chiedo dunque quale pubblico, oltre ai suoi già fedeli fans, possa essere interessato ad una sua ristampa di un disco del 2000. Ma qui effettivamente si va, con innegabile coraggio, a cercare di riparare ad un grave torto che ha fatto sì che Crimson Moon non diventasse a suo modo un classico.
Quando lo pubblicò, Jansch non era affatto un vecchio residuato da recuperare: nel mondo del folk il suo nome continuava ad essere sempre in alto nei cartelloni, e la sua discografia era regolare, seppur non copiosa, però è ovvio che ormai a seguirlo erano gli appassionati di nicchia. Crimson Moon invece fu una sorta di auto-omaggio creato per ricordare alle band che avevano rianimato la musica inglese nella seconda parte degli anni Novanta quanto la sua lezione in fondo fosse ancora moderna, e che forse qualcuno gli doveva qualcosa. E così per queste registrazioni, accanto a Bert, si sedettero l’ex Smiths Johnny Marr e il chitarrista degli Suede Bernard Butler. Accostamenti apparentemente improbabili, che diedero vita però ad un album davvero straordinario, in cui Marr e Butler mostrarono la propria stoffa adeguandosi ai ritmi del vecchio maestro, che qui proponeva brani scritti di suo pugno come la title-track, Caledonia e Fool's Mate, pezzo cardine del disco, e una serie di interessanti cover come la murder-ballad tradizionale Omie Wise, My Donald, un brano del 1964 dell’oscuro folk-singer Owen Hand, il classico blues Singin The Blues di Guy Mitchell, e soprattutto la bizzarra rilettura di October Song, un brano tratto dall’album d’esordio della Incredibile String Band.
Folk dicevamo, ma con le solite venature jazz e blues che da sempre rappresentano il marchio di fabbrica di Mr Jancsh. Il disco ottenne grandi onori dalla stampa inglese ai tempi, anche grazie ai due ospiti, ma sparì presto dalla circolazione perché fu una delle ultime pubblicazioni dell’etichetta When! prima del fallimento che costrinse quindi Jansch a farlo distribuire dalla Castle, etichetta nota più per le raccolte (le Collector Series) e le ristampe, a sua volta fallita nel 2007. Questo rende questa ristampa preziosa, seppur priva di materiale nuovo a rimpolpare il menu. Jansch comunque visse una stagione di rinnovata notorietà anche al di fuori del recinto del brit-folk e anche i due album successivi vantarono infatti ospiti di richiamo per il mondo dell’underground musicale (Edge of a Dream del 2002 rivedeva la partecipazione di Butler con in più Hope Sandoval, mentre in The Black Swan del 2006 ci saranno Beth Orton e Devendra Banhart).
Crimson Moon racconta però meglio di tutti della maturità di una artista, scomparso poi nel 2011, che ogni chitarrista dovrebbe studiare e fondo ogni volta che imbraccia una chitarra acustica. |
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