venerdì 22 gennaio 2021

TRIBUTE TO MARC BOLAN

 


Autori Vari

AngelHeaded Hipster
The Songs of Marc Bolan & T. Rex

[BMG 2020]


 File Under: Children of Hal Willner

di Nicola Gervasini (21/09/2020)


Una prima riflessione che si potrebbe fare davanti all’ennesimo torrenziale tribute-album è che questo tipo di prodotto è ormai diventato una consuetudine del mondo rock fin dalla seconda metà degli anni Ottanta, per cui sono quasi 35 anni che il rock celebra sé stesso. Detto così fa sentire vecchi, ed è forse ragionando su questa realtà che AngelHeaded Hipster: The Songs of Marc Bolan & T. Rex è stato pensato e voluto da Hal Willner per un cast che fosse davvero rappresentativo di ogni era passata. Willner, produttore di rara intelligenza e sensibilità, è morto ad aprile, abbattuto dal virus che sta infestando le vite di tutti, ed è forse al suo nome che colleghiamo i più bei dischi a tema mai realizzati, motivo per cui questo album, che celebra la prossima e tardiva entrata nella Rock n Roll Hall Of Fame dei T. Rex, rappresenta il suo botto finale.

Nel quale, durante parecchi anni di registrazioni, ha riunito i fratelli artistici e contemporanei di Marc Bolan (Todd Rundgren e David Johansen ad esempio), i suoi primi figli artistici (Joan Jett, Marc Almond o Nick Cave), i suoi seguaci degli anni ottanta (la rediviva Nena, gli U2 che si fanno accompagnare al piano da Elton John, Perry Farrell dei Jane’s Addiction), e poi oltre, con rappresentanti dal mondo della roots music al femminile (Lucinda Williams, Victoria Williams e Maria McKee) e tanti nomi di questi anni 2000 come gli Elysian Fields o Kesha. Varrebbe la pena parlare di ogni singola versione, o della pletora di ospiti di gran livello che hanno suonato in queste canzoni (citerei Donald Fagen, Marc Ribot, Mike Garson, Bill Frisell, Wayne Kramer e Van Dyke Parks), ma in mancanza di adeguato spazio, soffermiamoci sul chiederci perché nel 2020 si senta ancora la necessità di ricordare al mondo che Marc Bolan non fu quel rockettaro un po’ "cialtrone" di cui ricordo che si raccontava spesso dopo la sua morte, ma un grande anticipatore.

E non solo per i suoi stralunati primissimi album, che fondamentalmente sono stati compresi solo decenni dopo, quando quella musica è divenuta il mainstream del mondo indie, e neppure perché a lui si assegna l’onore di avere inventato il glam-rock anche prima di sua maestà David Bowie, un genere visto ai tempi come una commistione di rock ad alto voltaggio e vestiti di scena giocati sull’ambiguità di genere. Di fatto le canzoni qui presenti, che come potrete immaginare godono di interessanti rivisitazioni, come di occasioni mancate (se non proprio di brutte versioni), suonano moderne e ancora adattabili al nostro tempo. Ed è strano che nonostante i Duran Duran li citassero a spron battuto nei loro anni d’oro (con tanto di cover di Get It On nel side-project dei Power Station con Robert Palmer), Bolan non abbia goduto dello stesso culto di un Jim Morrison e di altri morti eccellenti. E, a ben vedere, sebbene già solo nel 2015 fosse uscito un altro tribute-record (Children Of The Revolution), mancava comunque un’opera che lo omaggiasse doverosamente, al pari dei tanti nomi ormai iper-rivistati e sovra-celebrati.

Non posso dire che il risultato sia ottimale stavolta, forse per la troppa carne al fuoco di diversa provenienza, con oltre cento minuti di musica che mostrano spesso il difetto del compitino frettoloso o dello stravolgimento inopportuno, ma questo ormai vale per tutti questi album, i quali forse ormai stanno esaurendo i nomi da omaggiare, e mi chiedo se tutti gli artisti usciti negli anni 2000, per quanto validi, verranno ugualmente celebrati fra qualche anno. Certo è che se fra trent’anni saremo ancora qui a parlarvi del nuovo tribute-album su Bob Dylan, non potremo contare più sul marchio di garanzia di Hal Willner, ed è questa la vera cosa che fa sentire il rock ancora più vecchio.

 La scaletta e gli interpreti

Children Of The Revolution – Kesha
Cosmic Dancer – Nick Cave
Jeepster – Joan Jett
Scenescof – Devendra Banhart
Life’s A Gas – Lucinda Williams
Solid Gold, Easy Action – Peaches
Dawn Storm – Børns
Hippy Gumbo – Beth Orton
I Love To Boogie – King Khan
Beltane Walk – Gaby Moreno
Bang A Gong (Get It On) – U2 feat. Elton John
Diamond Meadows – John Cameron Mitchell
Ballrooms Of Mars – Emily Haines
Main Man – Father John Misty
Rock On – Perry Farrell
The Street and Babe Shadow – Elysian Fields
The Leopards – Gavin Friday
Metal Guru – Nena
Teenage Dream – Marc Almond
Organ Blues – Helga Davis
Planet Queen – Todd Rundgren
Great Horse – Jessie Harris
Mambo Sun – Sean Lennon and Charlotte Kemp Muhl
Pilgrim’s Tale – Victoria Williams with Julian Lennon
Bang A Gong (Get It On) Reprise – David Johansen
She Was Born To Be My Unicorn / Ride A White Swan – Maria McKee

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