martedì 2 luglio 2013

TRIXIA WHITLEY


 Trixie Whitley Fourth Corner
[
Unday Records/ Audioglobe 
2013]
www.trixiewhitley.com

 File Under: art's daughters

di Nicola Gervasini (14/06/2013)
Ha solo ventisei anni, ma ha una carriera già di tutto rispetto Trixie Whitley. Suo padre è proprio quel Chris Whitley che nel 1991 fece il botto con un disco memorabile come Living With The Law ma condusse una carriera non sempre all'altezza del suo formidabile talento, prima di scomparire prematuramente nel 2005, ma lei, oltre a coltivare le passioni paterne seguendolo in tour fino all'ultimo, è anche pittrice, scultrice, ballerina, Dj, batterista, chitarrista e tastierista innamorata di elettronica. A condurla su questo ultimo terreno poi è stato un vecchio amico di papà, quel Daniel Lanois che l'ha coinvolta come voce del suo gruppo Black Dub nel 2010 (album forse irrisolto, ma da riscoprire).Fourth Corner è il suo primo vero album, dopo ben tre EP registrati negli ultimi 5 anni (il primo è prodotto da Meshell Ndegeocello) che avevano acceso la curiosità degli addetti ai lavori. La prima impressione è quella di un talento vero, capace di scrivere ottime canzoni e particolarmente attenta agli aspetti produttivi, anche se ancora troppo legata ai suoi padri artistici. Impossibile non sentire il padre in un brano come Never Enough (lei lo imita anche nel cantato per l'occasione) ad esempio, la Ndegeocello nei vocalizzi di Pieces, Lanois nella scelta dei suoni sempre alla ricerca del tono caldo di una tastiera.

In qualche modo Fourth Corner è un disco legato agli anni della sua formazione musicale, quei novanta dove l'arrangiamento di Need Your Love o Hotel No Name, sospese tra elettronica e chitarre distorte (sembrano uno dei brani incompiuti dell'ultimo Jeff Buckley) avrebbero trovato molta più eco. La produzione è stata affidata a Thomas Bartlett, pianista prima ancora che produttore (spesso con il nickname di Doveman), sentito come session-man per i National, Antony & The Johnsons e Grizzly Bear (nomi che già danno un'indicazione precisa del tipo di album che vi ritroverete a sentire), e a Pat Dilett, da giovane tecnico del suono per le produzioni di Nile Rodgers degli Chic, oggi uomo dietro le recenti sortite di David Byrne, Glen Hansard e Donald Fagen.

Tanto basta per capire il livello altissimo della realizzazione del disco, forse fin troppo ben definito e rifinito a discapito di un minimo di improvvisazione d'artista. Album non facile al primo ascolto, Fourth Corner ha tutti i pregi e difetti delle opere prime dalla lunga gestazione, con una linea stilistica non sempre ben chiara e omogenea (anche nel modo di cantare), ma parecchi motivi per scommettere su un futuro ancora migliore (Breathe You In My Dreams, brano davvero notevole, potrebbe essere il punto da cui ripartire). Consigliabile la versione con quattro bonus tracks, anche se i 64 minuti totali possono risultare faticosi, ma il brano Strong Blood merita di essere ascoltato.

   

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