Se ne è andato lo scorso 7
dicembre a 69 anni Greg Lake, bassista del gruppo progressive più discusso
degli anni settanta, nonché una della poche eccezioni al luogo comune del
bassista silenzioso e fuori dalle luci della ribalta. Nella chimica degli Emerson,
Lake & Palmer, se Keith Emerson era la funambolica star, lui era il vero
motore creativo, o se non altro l’unico in grado di scrivere grandi canzoni
oltre che complicate partiture, come dimostrò con Lucky Man o From The
Beginning. Ma prima degli ELP lui aveva già volato altissimo nella prima
incarnazione dei King Crimson, in cui militò giusto in tempo per lasciare lo
zampino in capolavori come Epitaph.
Sciolti gli ELP, negli anni ottanta la sua carriera deragliò, prima con un paio
di tentativi solisti al limite dell’hard rock con il chitarrista Gary Moore,
poi con gli improbabili tentativi di reunion (prima gli Emerson, Lake and
Powell, poi l’infelice comeback della formazione originale negli anni novanta),
vivendo di revival-tour e ingaggi da session-man di lusso. Nel gennaio del 2016
il prestigioso Conservatorio Nicolini di Piacenza gli ha assegnato una Laurea
Honoris Causa per il talento compositivo, unico autore rock ad ottenerla
insieme a Peter Hammill, e non è detto che due mesi dopo il nemico/amico
Emerson, uno che per tutta una vita ha cercato il riconoscimento del mondo
classico, non sia morto anche un po’ roso dall’invidia.
Nicola Gervasini
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