martedì 21 febbraio 2017

ROLLING STONES

Vederli invecchiare con dignità: è questo il sogno nascosto di ogni fan dei Rolling Stones. Magari seduti sulla più classica delle sedie a dondolo, in veranda, intonando vecchi blues con il poco fiato rimasto in gola. Le cose non stanno andando esattamente così: di fiato i quattro baldi vecchietti ne hanno ancora da vendere, ed è per questo che, anche se hanno ormai smesso da più di dieci anni di produrre nuove canzoni, ancora non sono finiti i faraonici greatest-hits tour a uso e consumo delle grandi masse. Ma le sedie sulla veranda non dondolano a vuoto: per tre giorni, alla fine del 2015, i quattro le hanno occupate per registrare nei British Grove Studios (il proprietario è Mark Knopfler) un piccolo revival-set di pezzi blues, e hanno pubblicato il tutto senza aggiunte nel nuovo album Blue And Lonesome (Polydor). Il rischio di una baracconata di fine carriera era alto, magari con una kermesse di ospiti inutili e una scaletta fatta di classici abusati e iper-noti.  Invece i quattro si sono fatti aiutare solo dagli amici più fidati (il produttore è sempre Don Was, e come al solito ci sono Darryl Jones al basso e Chuck Leavell al piano), e da un Eric Clapton presente giusto perché stava registrando nello studio accanto, e pareva brutto non invitarlo. E la scaletta è fatta di pezzi per veri intenditori del settore, con brani di Willie Dixon (ben due a chiusura del tutto, tra cui una devastante I Can’t Quit You Baby), Magic Sam (All Of Your Love, una delle sorprese migliori dell’album), Little Walter (I Gotta Go e Hate To See You Go), Memphis Slim (sua la title-track) e altri. Che sono poi quelle stesse canzoni che il giovanissimo Jagger portava sotto braccio nella stazione di Dartford quel  fatidico giorno del 1960, quando incontrò nuovamente il vecchio compagno di scuola Keith Richards, e insieme decisero di fondare una band per poterle suonare. Un cerchio che si chiude, ma più che altro una sentita e genuina rimpatriata tra musicisti ormai votati al freddo professionismo dei tour di rappresentanza, ma che sotto sotto restano prima di tutto dei grandi amatori della musica del diavolo. Certo, stavolta mancherà il singolo che finirà nelle pubblicità dei telefoni (come accadde con Streets Of Love nel 2005), ma chissà mai che anche Just Your Fool di Buddy Johnson, e soprattutto Ride’em Down di Eddie Taylor, possano raggiungere qualche giovane, anche grazie al video della seconda, che vede protagonista una irriverente e scatenata Kristen Stewart. Da notare anche come sia l’album che più evidenza la grandezza di Mick Jagger come perfomer di genere, vero mattatore con voce e armonica, felice di realizzare finalmente quel  disco che aveva pensato nel 1992 con i Red Devils, ma che mai vide luce. Keith Richards invece si mette al servizio della band, rinunciando persino a cantare almeno un brano come d’abitudine: sarà che il blues chiede disciplina e rispetto dei ruoli, sarà che questo è da sempre il vero schema vincente dei Rolling Stones.

Nicola Gervasini

Nessun commento:

BILL RYDER-JONES

  Bill Ryder-Jones Lechyd Da (Domino 2024) File Under:   Welsh Sound I Coral sono da più di vent’anni   una di quelle band che tutti...