lunedì 10 dicembre 2018

ANY OTHER

Any Other Two, Geography[42 Records 2018] 

42records.it
 File Under: alt-rock, indie

di Nicola Gervasini (24/10/2018)
Abbiamo ancora nelle orecchie e nei lettori l'exploit di Emma Tricca con l'album St. Peter, ed ecco che con Any Other subito troviamo un'altra artista di cui essere fieri anche nel mercato estero. Polistrumentista al servizio di Colapesce e pure produttrice di un album per il varesotto Generic Animal, Adele Nigro usa un nickname misterioso, che, come tradizione indie vuole, non si sa mai se considerare una band o un singolo artista. Ma qui dubbi non ce ne sono, perché Adele suona gran parte degli strumenti, aiutata da Marco Giudici (piano e basso), Alessandro Cau (batteria) e con interventi di Laura Agnusdei degli Julie's Haircut e Marta Benes.

Two, Geography rappresenta un netto passo avanti rispetto all'esordio del 2015 (Silently. Quietly. Going Away), perché nonostante lo stile richiami ovviamente nomi del passato e presente, si nota una personalità nel modo di scrivere canzoni non indifferente, con brani che si dimenticano ritornelli, two-minute songs che indugiano in lunghe intro di archi prima di svilupparsi in un emozionante crescendo improvvisamente troncato sul finale (Breastbone), bozzetti da poco più di un minuto che assumono dignità di canzone finita (la strumentale Stay Hydrated! e il finale di A Place). E in mezzo una serie di canzoni davvero straordinarie anche nei testi, con un filo logico emozionale che viaggia sul confine del concept album, in cui dallo struggente testo di A Grade (una escalation di ricordi di un amore finito che finisce però con una reazione d'orgoglio come "Non dovrei essere grata se qualcuno mi fa sentire che posso essere amata, mi merito amore"), si arriva alla positiva presa di coscienza di Geography ("Se non riesci a vedere il mondo se non attraverso la lente del cinismo, qual è il senso anche solo di vivere?"), passando attraverso però le difficoltà a trovare un senso dopo una grande delusione ("come puoi fare le cose quando sei giù e non esiste un criterio?" recita l'inizio del singolo Capricorn No).

Proprio quest'ultima canzone è forse il brano che si discosta più dal resto, e potrebbe trarre in inganno sul suo stile, dove la rabbia della prima Ani DiFranco si sposa perfettamente con la grazia delle prime brit-folker inglesi di fine anni sessanta. Two, Geography ha il raro dono di mostrare una maturità da artista scafata, pur raccontando di incertezze e dolori da ragazza che scopre che la ricerca di sé stessa e del grande amore non sempre vanno d'accordo (In Traveling Hard canta "Se esco con gli uomini, devo accettare che io possa essere migliore di loro, contrastandoli e non più trascurandomi per il loro bene. Non sono difettosa, non ho bisogno di essere aggiustata, ho solo bisogno di amarmi"), e che pensa che la musica possa ancora raccontare qualcosa di noi stessi attraverso le emozioni dell'artista ("Leggi i testi quando ascolti la canzone? Potrebbe aiutarti in alcune occasioni" canta ancora in Geography). Fortemente consigliato.

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