Kasey Chambers & The Fireside Disciples Campfire [Essence 2018] kaseychambers.com File Under: field songs di Nicola Gervasini (27/06/2018) |
Non è stato facile per Kasey Chambers guadagnarsi il rispetto del mondo country/roots statunitense. Vuoi per quella normale diffidenza verso una australiana che si dedica alla country-music, vuoi perché all'inizio la sua carriera si è dovuta scrollare di dosso anche il sospetto di essere solo una "figlia di". I genitori infatti erano già più che noti per aver dato vita alla Dead Ringer Band, e proprio loro a fine anni Novanta permisero alla figlia di volare negli Stati Uniti grazie all'interessamento di Buddy Miller, che suonò già nel suo primo album. La ragazza però ha avuto l'umiltà di fare la giusta gavetta, imparando il mestiere come spalla di Lucinda Williams, e disco dopo disco è cresciuta.
Non abbiamo forse la nuova Emmylou Harris, ma le sue ultime uscite come Bittersweet (2014) e Dragonfly dello scorso anno (prodotto dal compatriota Paul Kelly) testimoniano un'autrice e interprete sicuramente di primo piano. Tempo dunque di permettersi un disco come Campfire, probabilmente il suo progetto più integralista e legato alla tradizione, in cui la Chambers riunisce sotto il nickname The Fireside Disciplesamici (Brandon Dodd dei Grizzly Train), parenti (il padre Bill Chambers) e Alan Pigram, artista australiano di etnia Yawuru molto noto in patria con i Pigram Brothers. Campfire Song è l'inizio programmatico, che racconta di una fanciullezza passata nei campi e secondo valori antichi di famiglia-lavoro, ma il disco trova subito una sua varietà con il brano per sole voci Go On Your Way e la intensa Orphan Heart, che pare davvero uno dei migliori duetti tra Gillian Welch e David Rawlings. Con Goliath siamo dalle parti del gospel rurale tanto in voga in questi anni (niente che non si senta anche anche dalle nostre parti da Veronica Sbergia o artisti simili), mentre con Abraham il lungo sermone della domenica si fa lento e sofferto.
Il disco prosegue quindi con lo stesso menu, con momenti di delizioso divertissement bluegrass come Junkyard Man e altri più riflessivi come The Harvest & The Seed, dove duetta proprio con Emmylou Harris. Nei testi la Chambers traccia una sorta di parallelo tra l'America che fu raccontata da John Steinbeck (e che continua a vivere nei libri di Kent Haruf probabilmente), e una Australia dove gli spazi immensi e i deserti non fanno altro che amplificare la solitudine e l'arretratezza, ma anche la forza di rapporti umani costretti all'ambito familiare o dai confini di piccoli centri abitati. Un mondo dove il rapporto con la natura e gli animali è parte integrante del proprio essere (This Little Chicken o Fox & The Bird), e dove solo la morte scandisce il tempo (la splendida Now That You're Gone). Disco bello seppur non per tutti i palati, Campfire è una cantata intorno al fuoco al quale vi consigliamo di partecipare.
Non abbiamo forse la nuova Emmylou Harris, ma le sue ultime uscite come Bittersweet (2014) e Dragonfly dello scorso anno (prodotto dal compatriota Paul Kelly) testimoniano un'autrice e interprete sicuramente di primo piano. Tempo dunque di permettersi un disco come Campfire, probabilmente il suo progetto più integralista e legato alla tradizione, in cui la Chambers riunisce sotto il nickname The Fireside Disciplesamici (Brandon Dodd dei Grizzly Train), parenti (il padre Bill Chambers) e Alan Pigram, artista australiano di etnia Yawuru molto noto in patria con i Pigram Brothers. Campfire Song è l'inizio programmatico, che racconta di una fanciullezza passata nei campi e secondo valori antichi di famiglia-lavoro, ma il disco trova subito una sua varietà con il brano per sole voci Go On Your Way e la intensa Orphan Heart, che pare davvero uno dei migliori duetti tra Gillian Welch e David Rawlings. Con Goliath siamo dalle parti del gospel rurale tanto in voga in questi anni (niente che non si senta anche anche dalle nostre parti da Veronica Sbergia o artisti simili), mentre con Abraham il lungo sermone della domenica si fa lento e sofferto.
Il disco prosegue quindi con lo stesso menu, con momenti di delizioso divertissement bluegrass come Junkyard Man e altri più riflessivi come The Harvest & The Seed, dove duetta proprio con Emmylou Harris. Nei testi la Chambers traccia una sorta di parallelo tra l'America che fu raccontata da John Steinbeck (e che continua a vivere nei libri di Kent Haruf probabilmente), e una Australia dove gli spazi immensi e i deserti non fanno altro che amplificare la solitudine e l'arretratezza, ma anche la forza di rapporti umani costretti all'ambito familiare o dai confini di piccoli centri abitati. Un mondo dove il rapporto con la natura e gli animali è parte integrante del proprio essere (This Little Chicken o Fox & The Bird), e dove solo la morte scandisce il tempo (la splendida Now That You're Gone). Disco bello seppur non per tutti i palati, Campfire è una cantata intorno al fuoco al quale vi consigliamo di partecipare.
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