Viene da Toronto Ryan Driver, recente scoperta dell'etichetta indipendente Fire Records (la stessa dei Giant Sand), che lo aveva fatto esordire prima con la band dei Silt, e poi con il suo primo sforzo solista (Feeler Of Pure Joy del 2009). Lui è solo l'ultimo prodotto di una nuova scena canadese che non rinuncia ai legami con il folk-rock tradizionale di matrice roots, non rimane sorda ad un certo atteggiamento indie, e fa di morigeratezza ed essenzialità un credo musicalmente figlio di questi anni 2000. Who's Breathing? pare dunque il titolo giusto per la sua seconda opera, dove l'atmosfera, il sussurrato e il sottointeso imperano fin dall'iniziale Dead End Street, che ammanta tutto con una steel guitar piangente. Dopo una partenza convincente però, il disco si arena sempre più su atmosfere levigate e jazzy, che finiscono nel finale per deragliare in un déjà vù stilistico quando Driver la butta troppo sul sentimentale. Sarà per indecisione o poca personalità, in ogni caso Who's Breathing sembra più un'occasione persa per un autore che ha solo bisogno di scuotersi un po' di polvere da piano-bar di dosso. (Nicola Gervasini)
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