Ricordo quando nel 2005 cambiai lo stereo e decisi di non ricomprare la piastra per le audiocassette. Ricordo anche quando nel 2007 cambiai l’ultima macchina con l’autoradio classica, per passare al cd anche per i viaggi (e nel frattempo ormai sono già da tempo passato alle chiavette mp3). Ricordo sacchi di cassette registrate buttate nella spazzatura (con buona pace dello spargimento di plastica nel mondo), ricordo la fine di un’era e di un supporto a cui devo la vita perché negli anni 80 e 90 senza un walkman sarei stato costretto pure ad ascoltare la gente per strada, e magari sarebbe stato utile per evitare di rimanerci così male quando anni dopo Facebook mi ha costretto a sapere cosa pensa veramente “la gente” . Poi però, ultimamente, in un’era in cui il vinile si sta prendendo qualche soddisfazione postuma sul cd (superandolo nelle vendite, cosa che - credetemi - già solo nel 1990 era fantascienza poter prevedere), pare che torni di moda pure la cassetta. E così quasi mi spiace farmi trovare impreparato per questa uscita delle ravennesi Winonas per la Vaccino Dischi, perché oltre che al classico streaming e vendita in digitale, Arborea esce esclusivamente in cassetta. Niente vinile dunque, e niente CD. L’idea è quella di cercare nuovi modi di creare collezionismo (tanto il cd non lo compra più nessuno no?), e non è un caso isolato. Solo quest’anno io mi sono trovato in casa un bellissimo 45 giri trasparente della cantante romana Marianna D’Ama che ha deciso di pubblicare solo 45 giri, o una bellissima e chic confezione dell’italiana Gold Mass, che ha messo in vendita il suo Transitions senza supporto fisico (se non una chiavetta volendo), ma con ugualmente libretto e fotografie su cartoncino acquistabili dal suo sito. La scelta delle Winonas invece costringe molti a rispolverare lettori dimenticati o cercare nel mercato del vintage qualche walkman ancora funzionante (ma la Sony ad esempio ha fiutato la situazione e lo ha prontamente rimesso sul mercato), e ne vale la pena se amate ad esempio la musica della Nada più recente, riferimento che vi sciorino con facilità visto che è evidente che il canto un po’ strascicato di Valentina Cicognani debba molto alla grande Signora Malanima, e ancor più perchè il disco include una cover di Senza un perché (era su Tutto l'amore che mi manca, ma tanti di voi se la ricorderanno soprattutto per la colonna sonora del Young Pope di Sorrentino). Le cinque canzoni scritte dal trio (composto inoltre da Caterina Cardinali alla chitarra e Chiara Maroncelli al basso) invece sono spigolose, aspre, essenziali, pregne di un esistenzialismo disilluso molto vicino allo stile di molte battagliere cantautrici della generazione anni 90 (mi vengono in mente Branda Kahn o Kristin Hersh ancora più che Ani DiFranco o le Indigo Girls). Un Ep molto interessante, modernamente vintage nel formato (con la bella copertina disegnata da Giulia Betti) e nel contenuto e che fa da atteso seguito al loro unico album del 2015 (Sirene) che le ha portate ad essere molto apprezzate anche in Europa.
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