sabato 26 ottobre 2019

FLAVIO OREGLIO

Flavio Oreglio & Staffora BluzerAnima popolare[Long Digital Playing 2019]
 
File Under: quatter amis, quatter malnatt
facebook.com/longdigitalplaying
di Nicola Gervasini
Il cabaret non è argomento usuale su queste pagine, ma non sorprendetevi troppo di trovare il nome di Flavio Oreglio. “Attore, umorista e scrittore” dice la sua biografia, ma lui ci tiene a ricordare che in verità i suoi inizi erano quelli da “cantautore” nato alla scuola milanese di Jannacci e Gaber. Ed è lì che torna a guardare questo album, intitolato Anima Popolare proprio perché è nelle radici della canzone “che vien dal basso”, le nostre “roots” mi verrebbe da dire, che si ciba il folk di casa nostra. Folk music garantita dalla collaborazione con gli Staffora Bluzer, che sono Stefano Faravelli (piffero, flauti, cornamuse, voci) Matteo Burrone (fisarmonica, voce) Daniele Bicego (cornamuse, sax soprano, cornetta, bouzouki, voce), una unione di intenti che riprende il discorso del suo album precedente Giù (non è stato facile cadere così in basso) del 2008 che vedeva invece il supporto dei Luf. Dopo l’introduttiva Benvenuti, si passa infatti ad una title-track che ricrea lo stile delle tipiche ballate popolari fatte di feroce critica sociale e quel pizzico di amara disillusione che anima la visione del potere dal basso, mentre Bluzer Revoliscion si tiene a metà tra cabaret alla Cochi e Renato e un curioso connubio tra liscio e blues italiano. Dopo lo scherzo di La Vita è Una Brugola, le cose si fanno serie con l’intensa e stranota cover Ma Mi, testo in dialetto scritto dal regista teatrale Giorgio Strehler con fisarmoniche e cornamuse in grande evidenza (fu uno dei primissimi successi di Ornella Vanoni). Blues dei Deliri Quotidiani si sviluppa su un aspro Chicago-blues, mentre il cabaret torna preminente in La Mezza Minerale, con ironia sulla tendenza ad ingigantire le proprie imprese da parte dell’uomo comune. Consigliato a chi si sente orfano inconsolabile di un mondo milanese un po’ antico.

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