lunedì 14 giugno 2021

DAVID GRISSOM

 


David Grissom

Trio Live 2020

(Wide Lode Records, 2020)

File Under: Guitar Hero

Ammetto che 30 anni fa sognavo una ben differente carriera per David Grissom, chitarrista che mi folgorò nei dischi e sul palco a fianco di Joe Ely, e che nella prima parte degli anni 90 divenne uno dei session-man più richiesti dal mondo del rock americano. A sponsorizzarlo fu John Mellencamp, che sulla sua chitarra poggiò praticamente tutto il suono dell’album Whenever We Wanted del 1991 (e anche dei primi due album di James McMurtry prodotti da Mellencamp stesso), salvo poi pentirsene un poco, viste le vendite insoddisfacenti di un disco troppo grezzamente rock per essere radiofonico (in una intervista dirà senza mezzi termini di considerarlo un errore di percorso). Il progetto degli Storyville era nato proprio per capitalizzare tanta buona reputazione in una band che suonava un roots-soul-rock molto radio-friendly e mainstream, tanto che il secondo album A Piece Of Your Soul del 1996 entrò nella Billboard americana, ma il progetto finì poco dopo. Da allora Grissom vive soprattutto di una caparbia carriera solista, in cui la sua chitarra continua a risultare una vera gioia per le orecchie, ma la sua vocalità, non particolarmente significativa, l’ha via via spostata dal rock di marca texana alla Joe Ely abbracciato nei primi titoli, sempre più verso un blues elettrico potente ma senza troppa originalità. Ho avuto modo di ammirare dal vivo il trio in azione in questo nuovo album in una sfortunatamente troppo piovosa sera di due anni fa, e l’impressione fu che la spettacolarità di vedere quelle dita scivolare con una naturalezza davvero rara sulle corde, non potesse essere facilmente trasferita in un album live di vero interesse. In questo va detto che questo Trio Live 2020 sembra essere una operazione riuscita, vuoi per la sua durata non esagerata che impedisce di arrivare ad annoiarsi, vuoi perché comunque il disco conserva il calore di una serata sul palco del Saxon Pub di Austin, con un pubblico più che partecipe (va notata infatti nei credits la presenza di una “Enthusiasm Coordinator”, e credo che sia la prima volta che vedo ufficializzata la mansione, qui affidata ad Aliya Rosegreen). Resta però il rammarico di vedere un simile talento ridotto a numeri da ordinario chitarrista blues come Lucy G o Crosscut Saw, con Grissom che trova modo di stupire, ma certo senza portare nulla che non avevamo già nella nostra discografia blues. Il che potrebbe non costituire un guaio se siete fan del personaggio, ma resta che senza un frontman che aggiunga voce, canzoni e un minimo di pathos in più, la sua bravura finisce per non risaltare come dovrebbe. Insomma, non è Trio Live 2020 che convincerebbe qualcuno che non lo conoscesse che facciamo bene a conservare di lui un ricordo quasi mitico, ma ancora una volta lo indirizzeremmo all’ormai lontano nel tempo Live At Liberty Lunch di Joe Ely, credo la summa del Grissom-pensiero. In ogni caso anche qui se la cava bene con grande professionalità, come anche i compari Bryan Austin alla batteria e Chris Maresh al basso, sostituito in tre brani proprio da quel Glenn Fukunaga che lo segue dai tempi doro. C’è tanta tecnica e tanto amore per il blues qui dentro, per le emozioni aspetteremo che si trovi un nuovo compagno.

 

Nicola Gervasini

 

 

                                                    

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