David
Grissom
Trio
Live 2020
(Wide Lode
Records, 2020)
File Under: Guitar Hero
Ammetto che 30 anni fa sognavo
una ben differente carriera per David Grissom, chitarrista che mi
folgorò nei dischi e sul palco a fianco di Joe Ely, e che nella prima parte
degli anni 90 divenne uno dei session-man più richiesti dal mondo del rock
americano. A sponsorizzarlo fu John Mellencamp, che sulla sua chitarra poggiò
praticamente tutto il suono dell’album Whenever We Wanted del 1991 (e
anche dei primi due album di James McMurtry prodotti da Mellencamp stesso),
salvo poi pentirsene un poco, viste le vendite insoddisfacenti di un disco
troppo grezzamente rock per essere radiofonico (in una intervista dirà senza
mezzi termini di considerarlo un errore di percorso). Il progetto degli Storyville
era nato proprio per capitalizzare tanta buona reputazione in una band che
suonava un roots-soul-rock molto radio-friendly e mainstream, tanto che il
secondo album A Piece Of Your Soul del 1996 entrò nella Billboard americana, ma
il progetto finì poco dopo. Da allora Grissom vive soprattutto di una caparbia
carriera solista, in cui la sua chitarra continua a risultare una vera gioia
per le orecchie, ma la sua vocalità, non particolarmente significativa, l’ha
via via spostata dal rock di marca texana alla Joe Ely abbracciato nei primi
titoli, sempre più verso un blues elettrico potente ma senza troppa
originalità. Ho avuto modo di ammirare dal vivo il trio in azione in questo
nuovo album in una sfortunatamente troppo piovosa sera di due anni fa, e
l’impressione fu che la spettacolarità di vedere quelle dita scivolare con una naturalezza
davvero rara sulle corde, non potesse essere facilmente trasferita in un album
live di vero interesse. In questo va detto che questo Trio Live 2020
sembra essere una operazione riuscita, vuoi per la sua durata non esagerata che
impedisce di arrivare ad annoiarsi, vuoi perché comunque il disco conserva il
calore di una serata sul palco del Saxon Pub di Austin, con un pubblico più che
partecipe (va notata infatti nei credits la presenza di una “Enthusiasm
Coordinator”, e credo che sia la prima volta che vedo ufficializzata la
mansione, qui affidata ad Aliya Rosegreen). Resta però il rammarico di vedere
un simile talento ridotto a numeri da ordinario chitarrista blues come Lucy
G o Crosscut Saw, con Grissom che trova modo di stupire, ma certo
senza portare nulla che non avevamo già nella nostra discografia blues. Il che
potrebbe non costituire un guaio se siete fan del personaggio, ma resta che senza
un frontman che aggiunga voce, canzoni e un minimo di pathos in più, la sua
bravura finisce per non risaltare come dovrebbe. Insomma, non è Trio Live 2020 che convincerebbe qualcuno che
non lo conoscesse che facciamo bene a conservare di lui un ricordo quasi
mitico, ma ancora una volta lo indirizzeremmo all’ormai lontano nel tempo Live
At Liberty Lunch di Joe Ely, credo la summa del Grissom-pensiero. In ogni
caso anche qui se la cava bene con grande professionalità, come anche i compari
Bryan Austin alla batteria e Chris Maresh al basso, sostituito in tre brani proprio
da quel Glenn Fukunaga che lo segue dai tempi doro. C’è tanta tecnica e tanto
amore per il blues qui dentro, per le emozioni aspetteremo che si trovi un
nuovo compagno.
Nicola Gervasini
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