lunedì 9 giugno 2025

Mark Pritchard e Thom Yorke

 

Mark Pritchard e Thom Yorke - Tall Tales

2025 – Warp Records

 

Pareva quasi solo un esperimento estemporaneo KId A dei Radiohead, uscito ormai 25 anni fa, eppure da allora il leader della band Thom Yorke non è più tornato indietro nel considerare l’elettronica, e non il sound guitar-oriented dei loro anni ’90, il fulcro sonoro delle sue creazioni. Trasformazione ancora più evidente nella sua ormai corposa carriera fuori dal gruppo, sia col side-project degli Smile, sia nei suoi album solisti, spesso legati a soundtracks per pellicole (quella per Suspiria del nostro Guadagnino resta la più famosa), oppure frutto di collaborazioni a due mani o di gruppo (penso al disco degli Atoms for Peace ad esempio). All’ultima categoria appartiene anche questo Tall Tales, lungo viaggio sonoro concepito col guru dell’ elettronica Mark Pritchard, artista che prima del 2013 ha pubblicato e prodotto molto materiale sotto svariati nickname (Global Communication è forse il più noto tra i tanti), prima di decidere di presentarsi sempre o comunque col suo vero nome.

 

Il disco è seguito anche da un film d’animazione creato da Jonathan Zawad, a testimonianza di una continua visione multimediale dell’artista, ma il progetto stavolta non nasce come soundtrack, ma come il risultato di un lungo scambio di idee e demo he i due hanno tenuto vivo nel corso degli ultimi quattro anni. Ci sono momenti strumentali (soprattutto in apertura e chiusura del disco), ma nel complesso Yorke torna qui a pensare la sua produzione in termini di canzoni, lavorando anche molto sulla sua vocalità e le sue possibili estensioni e interazioni con gli effetti elettronici. Ne nasce un album molto unitario nel suo mood ipnotico e decisamente oscuro (ma non direi depresso per una volta), in cui compaiono anche episodi quasi synth-pop come Gangsters o This Conversation is Missing Your Voice, o brani comunque in linea con il mondo Radiohead (The Spirit), fino a episodi più ipnotici come l’ecologista The White Cliffs.

 

Una buona scelta quella del duo di giocare non solo carte d’atmosfera come la title-track, ma anche episodi che potrebbero persino essere più radiofonici, come il ritmo quasi balcanico di Happy Days, o indiretti omaggi al rock classico, come l’incedere alla Velvet Underground di The Men Who Dance In Stags’ Heads. Disco costruito a distanza (i due non si sono quasi mai incontrati per registrarlo), Tell Tales pare un lavoro compiuto, che non ha più l’aria del progetto sperimentale, ma di una proposta ben definita, e che fa fare un ulteriore passo avanti alla ricerca musicale di Yorke. Mark Pritchard, che con Yorke aveva comunque già collaborato, dal canto suo conferma di essere un punto di riferimento del genere, con l’intelligenza di mettere la sua strumentazione e la sua perizia tecnologica al servizio delle canzoni, in cui compaiono non pochi contributi di altri suoni, come ad esempio il trombone che appare nel singolo Back in the Game.

VOTO: 7

NICOLA GERVASINI

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