
Rootshighway 7/1/2009
Tracy Chapman : 6,5
Toni Childs: 7,5
E' un evidente azzardo accomunare l'arte di Toni Childs e Tracy Chapman, suona più o meno come tentar di far andare d'accordo diavolo e acqua santa, ma ancora oggi nella nostra mente i loro nomi rievocano quella fantastica "women's wave" del 1988 che riportò concetti come poesia, songwriting e folk anche nella musica più mainstream. Suzanne Vega fu la prima e la capostipite, la Chapman rappresentò il caso commerciale più clamoroso, e con loro vennero una serie di artiste (Edie Brickell, Indigo Girls, Michelle Shocked, per citare quelle che ancora oggi transitano sulle nostre pagine) che riscrissero il modo di parlare al femminile nella canzone d'autore, e ancora oggi la loro influenza e importanza risulta palese. Così come pare però evidente che i loro percorsi artistici si siano alquanto persi tra produzioni indipendenti senza valenza storica ed un comprensibile calo d'ispirazione.In questa diaspora Tracy Chapman è stata forse la più regolare nel pubblicare, ma l'ha fatto senza mai più confermare né lo spessore, né il successo del suo mitico esordio, neppure quando ha affidato le sue canzoni a produttori à la page (John Parish nobilitò i suoni di Let It Rain del 2002). Our Bright Future è il suo ottavo disco ed è già stato salutato come un ritorno al folk e ad una dimensione da roots-music che a dire il vero Tracy non aveva mai abbandonato. Al massimo, senza scomodare l'irripetibile esordio, queste undici canzoni sembrano riprendere un discorso iniziato ai tempi di Crossroads (1989) e subito abbandonato per gli scarsi riscontri in termini di gradimento: una via cantautoriale leggera e riflessiva, sempre basata su un continuo dialogo tra chitarre acustiche ed elettriche e tra piano e organo, intrecci che l'espertissimo produttore Larry Klein si assicura di tenere sempre in pieno torpore da soft-folk da salotto. La differenza rispetto alle sue ultime produzioni è invero poco percettibile, i temi sono sempre quelli di una ragazzina che sogna un mondo migliore (Something To See) fatto di affetti (A Theory) e non di guerre (Our Bright Future). Tracy gigioneggia con la sua voce sulle sue tipiche nenie, a volte cogliendo la melodia giusta (Save Us All è davvero notevole), a volte addormentandosi un po' sul pentagramma (Thinking Of You), ma se è indubbio che brani come Conditional o anche il contagioso singolo Sing For You rappresentano tasselli importanti del suo percorso, appare anche evidente che Our Bright Future confermi nella buona sorte i suoi limiti, quelli di una cantautrice alla quale probabilmente è stato chiesto troppo senza avere una spina dorsale adatta a reggere il peso di grandi responsabilità artistiche.

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