mercoledì 14 dicembre 2011

LEE MELLOR - Lose

inserito 02/12/2011

Lee Mellor
Lose
[Lee Mellor
2011
]



Ci era piaciuto Ghost Town Heart, il disco d'esordio di Lee Mellor uscito sul finire del 2007. Non uno di quei dischi che segnano una stagione, ma pur sempre un convincente saggio indipendente di buon songwriting e produzione di classicissimo cantautorato country-roots. Penna felice con le parole, ma senza particolare genio nella costruzione delle canzoni, Mellor si rifà finalmente vivo con questo Lose, album che conferma pregi ma soprattutto difetti del predecessore, in più con lo svantaggio di non poter avere il bonus "new kid in town" che garantisce più accondiscendenza nei voti verso gli esordi ben riusciti. Il video di Suzy Blue Eyes confonde non poco le idee sul reale contenuto del disco, visto che il nostro si presenta con un look che fa tanto Jeff Bridges in Crazy Heart (ma con molti anni e molte bottiglie in meno del protagonista del noto film di Scott Cooper ) e con un singolo che segue gli schemi della Nashville-country song senza uscire neanche per un attimo dal seminato.

Peccato, perché senza troppo sconvolgere gli steccati tra gli stili, Mellor anche in questo caso osa molto di più di questa semplice canzonetta country ligia e quadrata, come ad esempio lo splendido reggae-folk di Nevada The Cruel o la toccante novella di A Favorite Whore ("una storia di infatuazioni non reciproche senza speranza" la definisce lo stesso Mellor). E sta proprio in questa contraddizione il vero limite di Lose, quello di mostrare un autore dottissimo per senso letterario nel raccontare storie, che troppo spesso scade nello scolastico in fase di realizzazione e arrangiamenti, sia quando transita nel puro blue-collar da pub del venerdì sera (Texas Anarchist Radio), sia quando affronta una ballata di frontiera come Firebird che tanto ricorda molti simili episodi di Joe Ely.

Un numero che gli riesce bene al secondo tentativo con l'epica Refugees, duetto da brividi con la profonda voce diTrish Robb, così come piace il bluegrass ardito di Something's Gonna Change, ma troppo spesso il nostro piccolo amico canadese si accontenta di un tipico ritmo da scazzottata da taverna country (The Cyclone) o di una filastrocca basata su due accordi di mandolino (la comunque suggestiva Lose) che riesce solo ad evidenziare quanto le sue limitate doti vocali rappresentino un freno non indifferente nel momento in cui il brano tenta di crescere. Si finisce bene con il mezzo gospel di This Faithless Prayer, ma nel complesso quattro anni per assemblare brani che lui stesso ammette di aver scritto in gran parte molti anni fa nel corso della sua tormentata adolescenza paiono troppi per un risultato che stavolta lascia il segno solo in pochi episodi. Né promosso né bocciato dunque, solo rimandato al terzo disco per nuove conferme.
(Nicola Gervasini)

www.leemellor.com
www.cdbaby.com/cd/leemellor2



Nessun commento:

BILL RYDER-JONES

  Bill Ryder-Jones Lechyd Da (Domino 2024) File Under:   Welsh Sound I Coral sono da più di vent’anni   una di quelle band che tutti...