ADRIAN CRAWLEY
I SEE THREE BIRDS FLYING
Chemikal Underground
Records
***
Personaggio ben poco chiacchierato da noi il folk-singer Adrian Crawley, paladino irlandese
della canzone indie fin dal 1999, anno del suo debutto. Rimasto nel circuito di
casa per lo spazio dei primi tre album, il suo nome ha cominciato ad essere
notato nel 2005, quando un Ryan Adams sempre in vena di stupire lo citò come il
suo artista preferito del momento. Logico quindi che Long Distance Swimmer del 2007 sia stato consigliato e applaudito
un po’ di da tutti, attenzioni poi confermate anche per il successivo Season of the Sparks, che forse pagava
proprio lo scotto di essere l’album di un artista atteso al varco. Invece
Crawley continua ad avere l’aria di chi non ha nessuna intenzione di uscire dal
suo seminato e pensare in grande, e anche per il suo sesto album I See
Three Birds Flying prosegue
sulla strada di una canzone dark-folk che deve tantissimo a Bill Callahan/Smog,
e non solo per l’effettiva somiglianza della voce. Prodotto da Stephen Shannon, a sua volta artista
irlandese molto apprezzato nel mondo dell’elettronica con i suoi Halfset , I See Three Birds Flying è il
classico disco notturno, pieno di elaborati arrangiamenti di archi (Lady Lazarus, o una September Wine che gioca con arrangiamenti alla Nick Drake) e
tastiere, ma quasi totalmente privo di battiti di batteria. In un contesto così
scarno è logico che a far la differenza sono dunque le canzoni, e sul terreno
Crawley lavora ormai con sicurezza e mestiere, talmente consapevole da scrivere
una canzone come The Saddest Song, storia di un autore in cerca della
canzone triste perfetta. E così il gioco nella prima parte regge bene, tra una Red River Maples che evoca lo stile che
ha portato alla ribalta John Grant e una Alice
Among The Pines che ben inizia la serie. A volte forse Crawley esagera nel
cercare il tocco evocativo (Juliet I’m In
Flames, From Champions Avenue to Misery Hill) perdendo un po’ di vista la
canzone, e se proprio dobbiamo trovare ragioni al fatto che dopo 13 anni di
carriera il suo nome sia rimasto sostanzialmente nel limbo, c’è il fatto che la
sua proposta appare come tutt’altro che originale, oltretutto in un momento in
cui questo tipo di cantautorato sembra essere arrivato un po’ al capolinea e
anche le produzioni minori sembrano sempre più riscoprire arte e piacere di
arrangiamenti più magniloquenti. Sono comunque peccati di un artista che
esibisce un voluto understatement, che fa di I See Three Birds Flying un bell’incontro che non cambierà comunque
la vostra vita.
Nicola Gervasini
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