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Melissa James Day Dawns [Melissa James & Ross Lorraine 2012] File Under: Obsessed with Aretha "Abbiamo un sacco di nuove cantanti ossessionate da Aretha, un sacco di nuove swingers che vorrebbero solo essere lei" cantava Graham Parker nel 1996, e a più di quindici album possiamo ben dire che quella che era una tendenza dell'allora crescente mondo del nuovo r&b, è ormai diventata una consuetudine nella nostra epoca di new-soul revival. Melissa Jamesè solo una delle tante, una ragazzina di Londra che con il proprio album d'esordio Day Dawns (uscito già prima dell'estate) cerca disperatamente il soul della Franklin che fu. Tentativo nobile, anche se, non potendo contare su una voce di egual potenza, finisce forse più per trovare la delicatezza della Roberta Flack prima-era. Tredici canzoni che inseguono suoni soul classici fatti di fiati-hammond e chitarre gentili (Don't You Keep Yourself Down), melodie che sembrano rubate da un inedito songbook di Carole King (Little Caged Bird), duetti da ufficio marketing Motown con il vocalist Kevin Leo (Sing), slow-songs strappalacrime alla Otis Redding (I Need You Here), blues acustici (Don't Ever Let Nobody), passaggi jazzy (You Make Me Feel Good o I Get Along Without You Very Well) fino a tocchi d'autore alla Joan Armatrading (I Miss You). Nulla nasce per caso qui, la scolaretta ha studiato bene i classici ed esegue tutto con certosina precisione fin dal geometrico songwriting dei suoi brani. Manca forse non tanto la personalità, ma il colpo di genio che la sappia far risaltare (il produttore Joe Leach è solo un buon mestierante da studio), ma per essere la sua prima volta c'è sostanza su cui investire. Sempre che la black-music non si stanchi di questo (insperato fino a pochi anni fa) ritorno al passato. (Nicola Gervasini) www.melissa-james.com |
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