lunedì 10 novembre 2014

MATT WALDON


 Matt Waldon Learn to Love[Arkham Records 2014] 

www.mattwaldon.com

 File Under: down the road

di Nicola Gervasini (16/05/2014)

Impara ad amare giù in strada. Potrebbe essere tutto nel ritornello di Learn To Love il senso di fare musica di Matt Waldon, ma potremmo allargarci a tutto il parco di autori e gruppi italiani che ancora seguono la scia della musica americana. Una strada forse vecchia, polverosa, che a livello mainstream stanno un po' abbandonando gli stessi americani, per cui figuratevi quanto difficile e impervia sia percorrerla da Rovigo. Ma niente paura, la storia ci ha già insegnato i corsi e ricorsi della storia, e attendiamo un nuovo Ryan Adams che dia una nuova spinta al genere (quello vecchio pare aver ormai esaurito il suo ruolo guida). Intanto da noi il settore cresce, non purtroppo in termini di audience, quanto di qualità. Abbiamo seguito le vicende di Matt Waldon fin dagli esordi con i Miningtown e continueremo a farlo, perché il ragazzo sta maturando, e con questo album forse siamo giunti al livello desiderato.

Intanto sta frequentando le persone giuste, veri e propri rock and roll refugees come Kevin Salem (che assume anche funzioni da ingegnere del suono) o Neal Casal, gente che negli anni 90 segnava la via, e che ora vivono da oscuri sideman (Casal ormai definitivamente riciclato da Chris Robinson come chitarrista, anche se non ha mai smesso di pubblicare a proprio nome). Learn To Love è un buon disco di "ita-americana", anche grazie ad un lavoro in studio decisamente migliore che nei precedenti capitoli. Waldon resta un autore che ancora deve trovare una sua via, i suoi testi abusano ancora delle parole "road", "night" e "car", si riferiscono quasi sempre ad una lei, non sappiamo quanto ipotetica, insomma seguono la linea poetica pur sempre efficace del romantico eroe di strada. Nulla di male in fondo, il rock americano su questa epica ci ha campato per cinquant'anni. In ogni caso le chitarre sofferte di Broken riempiono le casse dello stereo in una iper-amplificazione del dolore che suona davvero bene. La chitarra di Casal contrappunta la title-track, mentre in The Heart is a Lonely Hunter ricorda addirittura Tom Ovans.

Waldon oggi usa molto meglio la voce, e spesso prova ad arrochirla (You Can Run As Far), aumentando il tono decisamente dark-folk del disco. Persino quando il clima si fa più romantico (Under Your Breath, con Salem alla chitarra), il duetto con la voce di Samanta Garda fa quasi tornare alla mente certi vecchi dischi della Handsome Family, mentre Devil On The Freeway addirittura sa del sound dei Walkabouts. Non si inventa nulla ovviamente, Fast Clouds ad esempio usa lo stra-abusato incedere alla Dead Flowers (o metteteci una qualsiasi ballad di John Fogerty), ma alla fine funziona bene. Da segnalare anche una bella cover di New York City di Keith Caputo, uno che nella vita, oltre ad essere diventato anche formalmente una donna, faceva il folksinger e contemporaneamente il leader della band heavy metal Life Of Agony. Disco autoprodotto, con una maniacale cura nella confezione (con tanto di plettro personalizzato in allegato), Learn To Love si pone come una delle uscite più significative del nostro rock di questa annata. 

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