DEVON WILLIAMS
GILDING THE LILY
Slumberland
***
Non è la prima volta
che incontriamo Devon Williams, già
presentato nel 2011 ai tempi del suo secondo album Euphoria. Un nome interessante del mondo indie-pop, per i più
attenti già sentito in band minori dell’area di Los Angeles come gli Osker, i Fingers-Cut,
i Megamachine e i Lavender Diamond. Degno figlio spirituale di Brian Wilson
prima e direi Matthew Sweet poi, Williams è innamorato di cori e melodie eteree
e brani che possono apparire leggeri solo ad un primo sommario ascolto. Gilding The Lily, con la sua copertina
vintage degna di un oscuro cantautore dei primi anni settanta, prosegue il suo percorso
di crescita nell’eterna ricerca della pop-song perfetta, con un sapiente lavoro
di fini arrangiamenti operato dal produttore Jorge Elbrecht. E’ un disco di larghe vedute, costruito su chitarre
leggere, spesso byrdsiane (Deep In The
Back Of Your Mind) , ma con una scrittura che rimanda più a certo pop adulto
degli anni 80 alla Prefab Sprout (Games).
Non mancano echi di certa new wave del tempo come Pendulum, un brano che starebbe bene anche sul recente disco dei War
On Drugs, qualche sviata verso la West Coast più leggera (Around In A Maze), o il momento glam alla Marc Bolan di Puzzle. L’espressione del titolo
significa dare una apparenza più attraente a qualcosa che altrimenti si
presenterebbe non abbastanza accattivante, forse un riferimento al grande
lavoro di ricamo operato su canzoni che probabilmente in una veste scarna e
acustica faticherebbero a farsi notare. Perché poi in questo wall of sound di voci e tastiere
(ascoltate Rabbit Hole ad esempio), è
l’insieme che crea l’effetto prima ancora delle canzoni, un po’ come hanno insegnato
a fare i migliori Beach Boys. Gilding the
Lily conferma così Devon Williams come un piccolo nuovo Beck, forse più
concentrato sulla produzione che sulla scrittura, anche se Will You Let Go of My Heart ad esempio è un bel colpo degno del
Lloyd Cole più ispirato. Ha ancora tanta strada da fare, ma certi palati più
fini ed esigenti potrebbero già trovarlo più che interessante.
Nicola Gervasini
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