venerdì 9 ottobre 2020

HUMPTY DUMPTY

 BY  · AGO 19, 2020

Humpty Dumpty,  Lie/Ability e Robyn Hitchcock.

Forse non c’era neanche bisogno di scriverlo nel libretto, ma l’omaggio artistico in alcuni momenti è talmente evidente, che ad Humpty Dumpty è parso doveroso dedicare il suo nuovo disco a Robyn Hitchcock, vero nume tutelare di questo Lie/Ability, a rischio forse di togliere la sorpresa sul contenuto (e anche un po’ il mestiere al povero recensore di turno).

Humpty Dumpty – Lie/Ability

Subterra – 2020

Artista messinese attivo ormai da più di vent’anni, con una copiosa produzione fieramente autoprodotta e autopromossa, Alessandro Calzavara alias Humpty Dumpty ha attraversato gli anni duemila con una marca stilistica molto personale, alternando dischi in italiano come il precedente La Vita Odia la Vita (costruito intorno ai testi della moglie Giulia Merlino), a quelli in inglese, come questo nuovo Lie/Ability, stavolta ispirato dalle liriche di Gianluca Ficca.

Lo stile di Humpty Dumpty

Stilisticamente Humpty Dumpty è un evidente figlio della dark/new wave inglese (e di riflesso italiana) degli anni 80 (gli arpeggi di Shy Pink Dots riportano subito ai Cure ad esempio), come dimostra qui l’apertura di una Cacophony in pure stile Joy Division, sempre però in bilico tra esperimenti elettronici e amore per le chitarre acide (White Noise ne è piena) o jingle-jangle (come Standard o il singolo My Little Toad, impreziosito dall’armonica di Giuseppe Minolfi). Che in sintesi si possono tradurre appunto in amore per il mondo sia musicale, ma anche lirico (e qui Ficca si è calato bene nella parte) di Robyn Hitchcock, come già evidente fin dal secondo brano Self Crucify.

Per l’occasione però Calzavara non ha fatto tutto da solo, ma ha coinvolto anche il bassista Giovanni Mastrangelo, per un disco costruito a distanza durante il recente lockdown. Brani di impatto immediato come Summer o The Monster’s Ride si alternano ad altri più complessi nella struttura come The Dreg o Bordermines, tra inserti elettronici (I Found You Have Gone) e momenti più cupi (We Would Cry). Calzavara ha ormai esperienza da vendere nella costruzione casalinga di suoni e canzoni, ed è un peccato che la sua scelta di autoproduzione, e ancor più di apparire raramente in pubblico, gli abbia probabilmente impedito di guadagnarsi un seguito maggiore almeno in Italia.

Humpty Dumpty – Lie/Ability: un esperimento da ascoltare

Lo dimostra un pugno di canzoni che farebbero gola a parecchi artisti d’oltremanica, figlie di una cultura musicale a 360°, che è poi l’unica ancora di salvezza per poter dire ancora qualcosa di veramente particolare nel mare magnum delle produzioni indipendenti di questi anni, dove non è forse più possibile sperare di scrivere classici per tutti (“Potresti suonarmi uno standard, ma non Summertime, ti prego, che la odio” scrive ironicamente Ficca in Standard), ma almeno entrare nella vita dei singoli con la canzone giusta. Il cd è acquistabile nella sua versione fisica (molto curata la confezione e la copertina ideata da Daniele Santagiuliana), o scaricabile gratuitamente in quella “liquida” sul Bandcamp dell’autore.

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