domenica 5 febbraio 2012

ALBERTA CROSS - THE ROLLING THUNDER EP


ALBERTA CROSS

THE ROLLING THUNDER EP

ATO rec.

***

Stop! Frenata improvvisa, momento di calma, riflessione e partenza da capo. Si sono fermati in tempo gli Alberta Cross, strano caso della musica indipendente più recente. Osannati da più parti per un piccolo EP d’esordio nel 2007 (Thief & The Heartbreaker), questa giovane band è stata poi unanimemente bocciata al primo tentativo effettivo, arrivato pure tardivamente ben tre anni dopo (Broken Side Of Time). Ora, il sestetto capitanato da Petter Ericson Stakee ritorna al formato ridotto, preannunciando l’ennesima svolta stilistica con The Rolling Thunder, EP di cinque brani che potrebbe riportare l’interesse nei loro confronti. Niente a che vedere con l’atteggiamento indie-rock dell’esordio, e neppure con il rumoroso pastiche psichedelico del disco d’esordio, ma semplicemente un intelligente recupero dei suoni degli anni settanta rivolti in chiave moderna. L’uno-due iniziale rappresentato dalla radiofonica Money For The Weekend (sembra di risentire i Kula Shaker degli esordi) e Ramblin Home fanno davvero pensare ad un gruppo di ragazzi che si sono sciroppati i vecchi album dei Wishbone Ash prima di entrare in sala di registrazione, ma basta già il terzo brano (Wait) a confondere l’idee con tastieroni, echi elettronici, sonorità a metà strada tra i Cure e i My Morning Jacket. Segno che, seppur più convinti in fase di scrittura, la band ancora non ha deciso da che parte stare, tanto che anche Driving With Myself continua ad abusare di qualche falsetto e ritornello che calpesta addirittura i terreni dei Coldplay. Chiude la sognante e pianistica title-track che conferma solo la presenza di un talento vero quanto una pericolosa indecisione su cosa fare da grandi. In attesa del secondo vero album comunque, Rolling Thunder conferma che i sei stanno lavorando duramente per l’agognata maturità

Nicola Gervasini

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