lunedì 15 aprile 2013

ALEX CAMBISE - L'UMANA RESISTENZA


Alex Cambise L'umana resistenza 
[Ultra Sound Records  2012]
 


 File Under: Still pumping iron…

(a cura di Nicola Gervasini)

La (dis)umana resistenza di Alex Cambise è quella di essere un chitarrista professionista che si barcamena nel mondo discografico italiano da più di vent'anni. Noto ai più come la spalla di Massimo Priviero, Cambise è oggi uno dei pochi chitarristi della penisola che usa una grammatica di rock americano con perizia e esperienza, sia che debba seguire personaggi della viva scena roots nostrana, sia che si presti al mondo della musica leggera. L'Umana Resistenza è il suo secondo album solista (il debutto discografico arrivò nel 1997 con i B.K.p.D e un titolo memorabile come Se non ci fanno casini in dogana), ed è una sorta di manifesto di rinascita della canzone "blue collar" nel suo senso più puro, con storie di ordinaria disoccupazione (Come macchine) e cancri professionali (Invisibile) che ripropongono una poetica "dal basso" che pareva scomparsa. Come dire che forse era meglio non aspettare Marchionne e l'Ilva per ricordarsi che gli operai esistono e combattono ancora, magari con qualche bandiera in meno del passato, ma con la stessa disperazione e - appunto - resistenza. Tra inni programmatici alla Priviero (Io rimango quaIo non cadròNati nei 70) , storie da scafato cantautore che parlano di Chernobyl (la toccante Canzone per Vladimir Pravik) e primavera araba (Pace e Libertà), e qualche colto riferimento letterario (Novecento, basato su un testo di Baricco, e una Ottobre 1918 che s'ispira a Niente di Nuovo sul Fronte Occidentale di Remarque), l'album sciorina un rock genuino e forse "antico" come l'etica della lotta di cui si nutre. Da notare l'apporto di personaggi a noi ben noti come Riccardo Maccabruni dei Mandolin' Brothers, Guglielmo "Gnola" Glielmo, Daniele Tenca, Edward Abbiati dei Lowlands e tanti altri bravi "operai" di un rock che forse non è mai troppo tardi per riscoprire.

www.alexcambise.com




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