E' lo stesso Fearing a dichiarare che il precedente Yellowjacket rappresentava la fine di un'era personale (uscì all'indomani del fallimento di un matrimonio durato 14 anni) e artistica. Dichiarazione che potrebbe far intuire un nuovo corso, ma Between Hurricanes, nuovo disco uscito ben sette anni dopo, si "limita" invece a recuperare lo stile dei suoi anni novanta, aggiungendo magari una personalità più consapevole e definita. Ci si libera leggermente della pesante eredità di Bruce Cockburn, e magari ci si dirige più verso uno stile più easy-folk alla Gordon Lightfoot (non è un caso che il disco si concluda con una sua versione del classico Early Morning Rain). Prodotto dall'esperto John Whynot (Bruce Cockburn appunto, ma anche Blue Rodeo e Lucinda Williams) e registrato nel rassicurante scenario di Toronto, Between Hurricanes è una di quelle raccolte di canzoni che richiede tempo e silenzio per essere apprezzate, soprattutto perché il bel trittico iniziale As The Crow Flies, Don't You Wish Your Bread Was Dough e Cold Dawn sembra pensato apposta per allontanare il popolo dell'ascolto veloce e distratto della rete. Ci pensa Wheel of Love a dare un tocco di leggerezza e ritmo, ma alla fine dei 54 minuti ci sarà solo il bar-boogie da Austin-rock di Keep Your Mouth Shut a regalare tre minuti di brio in mezzo a tanta riflessiva poesia. Qualche passaggio a vuoto c'è (The Half-life if Childhood), ma se saprete trovare il momento giusto, ballate come The Fool o la folkish The Golden Days vi rapiranno. Probabilmente Stephen Fearing non è uomo in grado di produrre dischi clamorosi, e gli arrangiamenti sempre spartani e misurati di Between Hurricanes lo tengono ancorato ad un mondo "classic rock" che non lo aiuta certo a sfondare nei mondi indie e new-folk, ma se non avete frenesie di innovazione, dategli pure una chance. |
giovedì 4 aprile 2013
STEPHEN FEARING - Between hurricanes
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