On
The Other Side
(Johnny Duk/PBR Record, 2013)
File Under: Blue-collar cantonale
Avevamo già incontrato lo svizzero Johnny Duk (al secolo Fabio Ducoli) tre
anni fa in occasione dell’uscita del suo The River Of Dreams, e lo
ritroviamo con piacere con il nuovo On The Other Side, album
partorito con la sua fedele Dusty Old Band. Disco dedicato ai minatori
svizzeri (un po’ come fu il Pica! di Van de Sfroos con quelli
valtellinesi), in particolare quelli italiani morti nel 1908 durante la
costruzione del tunnel ferroviario di Lötschberg, On The Other Side è
album intriso di mitologia da blue-collar rock fin dall’iconica copertina e dai
testi. Rispetto al disco precedente, decisamente improntato su sonorità
acustiche (ma qui non mancano comunque i rimandi, come la conclusiva When I
Was A Child), il nuovo sforzo vira decisamente sull’elettrico fin dal
pesante riff che sostiene Broken Heart o dalle spigolature dell’epica My
Brother e di Friends For A Lifetime. Quello che però si apprezza
maggiormente è la varietà di stili, che toccano la musica irlandese (Irish
On The Rocks), sapori di musica popolare (la divertente Little Country
in a Big World), omaggi folk (la cover di Wayfaring Stranger) fino
alle ariose ballate West Coast-style come Fly Away. Piacciono anche la
pianistica Breath In, Breath Out (duetto con Michela Domenici) e il
roccioso delta-blues alla Lynyrd Skynyrd
di Play My Guitar. Disco ben auto-prodotto e spesso caratterizzato
dal violino e dalla fisarmonica di Claudia Klinzing (completano la band
Maurizio Tedesco al basso e Oreste Pianezzi alla batteria), On The Other
Side mostra un appassionato che, con tutti i limiti del caso, ha ormai ben
imparato tutto il know-how del buon roots-rocker.
(Nicola Gervasini)
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