The O's Thunderdog (Punch Five Records 2013) songs from the street |
Taylor Young e John Pedigo vengono da Dallas e già da qualche anno girano il mondo come veri buskers con il bizzarro e ermetico nome d'arte diThe O's. Li avevamo già incontrati nel 2009 in occasione del loro disco d'esordio (We Are the O's), acerbo ma frizzante trattato di old-time roots music. Con Thunderdog, terzo capitolo della loro "saga", val la pena riprendere il discorso. Non perché ci sia da gridare al miracolo, ma perché indubbiamente il duo è cresciuto sia nel songwriting (Levee Breaks e Outlaw cominciano a far intravedere una penna e non solo una carta carbone) e nella registrazione. D'altronde non è facile per loro riportare su disco la veemenza di un duo da strada, abituato ad auto-accompagnarsi con una kick-drum, ma il produttore Chris "Frenchie" Smith ha lavorato bene con gli innesti elettrici. Sicuramente c'è la consapevolezza che se ottengono consensi i dischi degli Avett Brothers e dei Mumford & Sons, allora quella è la direzione, e forse addirittura si può azzardare una ricerca della scanzonata hit alla Lumineers in brani comeCicerone, Rearranged e Running Games. Ma la loro dimensione resta più rurale, meno atteggiata, più da vera strada che da iPod della ragazzina che fa finta di ascoltare musica colta. Non ancora imprescindibile ma già di buon livello, Thunderdog potrebbe anche portar loro qualche ribalta in più se saranno bravi a gestirlo. Altrimenti la strada è sempre lì, è l'unico palco di questo mondo dove il pubblico non smette mai di esistere e rigenerarsi, e gli O's continuano ad appartenervi anche quando provano a sfuggirle. (Nicola Gervasini) wearetheos.com |
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