Mavis Staples
One True Vine
(Anti)
Esistono miriadi di dischi gospel
nel mondo, tutti uguali, e tutti confezionati per lo spirito e non certo per
l’arte, ma non quelli di Mavis Staples.
Grazie alla sua continua ricerca di collaborazioni importanti, la settantaquattrenne
ex vocalist degli Staple Singers è da sempre una garanzia di qualità, con
risultati a volte discutibili (l’irrisolto incontro con Prince), a volte
interessanti (l’album realizzato per lei da Ry Cooder), ma ultimamente davvero
di livello eccelso. Il Deus ex machina più recente è Jeff Tweedy, già al timone
del precedente You Are Not Alone, e confermato in regia anche nel nuovo One True Vine (Anti). Un produttore che, molto meglio dei suoi
predecessori, non ha commesso l’errore di imporre un suono preconfezionato, ma ha
ascoltato la voce di Mavis e con riverenza l’ha vestita di suoni folk, a volte
scarni e acustici (Jesus Wept), altre volte nervosi ed elaborati (I Like The
Things About Me). I suoi Wilco si sentono nelle vene di Every Step, ma mai come in questo caso un nome di grido del rock ha
avuto pieno rispetto per la padrona di casa, seguendola nel suo percorso che
mira alla piena espressione della religiosità umana. Perché, nonostante non si
sia chiusa in una chiesa come molte vecchie colleghe dell’era d’oro del soul,
Mavis Staples continua comunque a cantare solo per il suo Dio, e Tweedy è stato
forse il primo che ha semplicemente deciso di non disturbarla.
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