venerdì 4 dicembre 2009

BEN BEDFORD - Lincoln's Man




Rootshighway
Novembre 2009




Nel mondo del "fai da te" del mercato discografico capita che un cd del 2008, di un autore esordiente come Ben Bedford, venga distribuito in Italia quando ormai è già disponibile l'opera successiva (Land Of The Shadows). Ben venga però il ritardo, se permette di segnalare qualche disco interessante perso nei meandri del mondo come questo Lincoln's Man, primo disco di un cantautore di vecchia scuola (tra un Gordon Lightfoot d'annata e un Loudon Wainwright III quando si prende sul serio), che ha probabilmente passato più tempo sui libri che sulla chitarra. Lui stesso, nella nota di copertina, sottolinea come il disco nasce dall'indecisione tra il fare il cantautore o il professore di storia, e, scelta la prima opzione, le dieci canzoni di Lincoln's Man altro non sono che le dieci storie che non lo lasciavano dormire la notte e che avrebbe da tempo voluto raccogliere in un libro. Storie di guerre, povertà, storie d'America insomma, scritte con piglio alla Steinbeck e con tanto di brano celebrativo al mito Kerouac (Goodbye Jack). Seguire i testi con il libretto è il godimento massimo qui, visto che la penna è davvero invidiabile, e non mancano le emozioni forti quando il lettore arriva a Migrant Mother o a Virginia Girls. Quello che ancora manca a Bedford è un senso della misura nel dosare parole e musica, anche perché ha la tendenza ad una verbosità che porta i minutaggi quasi sempre oltre i cinque minuti, a fronte di una voce monotona e troppo poco particolare, con conseguente appiattimento del suono. Salva il tutto lo splendido dobro di Chas Williams, anche produttore del disco, al quale speriamo venga dato più spazio nel secondo capitolo. Saper fare "dischi da leggere" senza annoiare è dote di pochi, grandi talenti; a Bedford il consiglio di riprovarci con più attenzione al lavoro in studio. (Nicola Gervasini)

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