sabato 5 dicembre 2009

ROSIE FLORES - Girl Of The Century


18/11/2009
Rootshighway



Ci guardiamo alle spalle e ci rendiamo conto con una certa sorpresa di non aver mai affrontato un disco di Rosie Flores in questi quasi dieci anni di vita del nostro sito. Curioso per una delle voci femminili di Austin più invitate come guest star in studio dal mondo della canzone roots, un po' meno sorprendente se si realizza che dopo i suoi anni 90, copiosi di dischi e riconoscimenti nel genere (a fine anni 80 ebbe anche l'onore di qualche hit da classifica), negli ultimi dieci anni la Flores ha licenziato un solo nuovo album (Speed Of Sound dell'ormai lontano 2001) e alcuni prodotti di riciclo (un live, un'antologia per la Hightone e un disco natalizio). Girl Of The Century può dunque essere salutato come una specie di ritorno, oppure come l'inizio di una nuova vita, a 59 anni suonati, con un nuova etichetta di valore (la Bloodshot) e nuove amicizie per rilanciarsi.

Nata nel mondo rockabilly degli anni 80 e virata verso un country-rock più nashvilliano nel corso della carriera, Rosie Flores ha trovato il proprio nuovo pigmalione artistico nel sempre attivissimo Jon Langford (Mekons, Waco Brothers), che per l'occasione riesuma il nome del supergruppo dei Pine Valley Cosmonauts (cercate i loro dischi, sono dei veri e propri happening del mondo Bloodshot), in questo caso composti da Joe Camarillo, Pat Brennan, Tom V.Ray e il bravissimo chitarrista John Rice. Quello che salta subito all'orecchio di questo disco è l'intenzione di realizzare una sorta di presentazione antologica del personaggio Flores per le nuove generazioni, con un occhio più volto a quello che è stato, che a quel che potrebbe essere. Peccato, perché a Langford non manca certo il coraggio dei buoni azzardi, ma qui si ripropone il mito della rock and roll girl nelle cover di I Ain't Got You di Calvin Carter e This Little Girl's Gone Rockin' di Bobby Darin e si bazzicano iper-classici come Get Rhythm di Johnny Cash con noncuranza dello spessore storico di quanto si sta facendo.

Nulla di male dunque se vi piacerà questo disco, cullarsi sulle frizzanti note di classici iper-rodati o nuovi originali che non fanno male a nessuno (Langford fornisce materiale di buona fattura con Last Song e Halfway Home, la Flores si fa aiutare da altri co-autori per scrivere la title track e la divertente The Cat's In The Doghouse) è in fondo una delle ragioni d'essere di questo tipo di roots-music, e in un certo senso questo disco finisce di diritto in quel mondo che si accontenta di rileggersi con piena autoreferenzialità che ci hanno raccontato il John Fogerty o la Rosanne Cash più recenti, anche se con più personalità. Noi invece pretendiamo di più, contando che Girl Of The Century sancisce il definitivo ridimensionamento di Rosie Flores a personaggio di contorno, una deliziosa ciliegina senza la quale la torta sarebbe stata ugualmente buonissima.
(Nicola Gervasini)

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