giovedì 17 giugno 2010

ROKY ERICKSON & Okkervil River - True Love Cast Out All Evil


Abbiamo solo l'imbarazzo della scelta se intrattenervi con i mille aneddoti che girano sulla sindrome schizofrenica che da anni attanaglia il buon Roky Erickson, se elencare i tanti problemi con la giustizia avuti fin dal suo esordio nel 1965 (si va dal canonico possesso di droga al furto della posta dei vicini di casa) o sprecare buona metà della recensione per ricordare a tutti chi diavolo sia quest'uomo che pubblica dischi con pigra cadenza quindicennale. Sull'ultima parte la facciamo breve indicandovi quali frasi cercare su google (13th Floor Elevators, garage rock, psichedelia e rumorismo) per farvi da soli un minimo di cultura, così possiamo subito andare oltre e far finta di avere per le mani un disco di un vero e proprio esordiente, che, come molte opere prime, nasce nel corso di tanti anni e non testimonia un singolo periodo creativo. Il cassetto di Erickson era pieno di almeno 60 canzoni scritte tra il 1970 a oggi, e se ora possiamo finalmente scoprire che l'uomo di You're Gonna Miss Me è anche un autore straordinariamente maturo, è solo perché questi spartiti sono finiti nelle mani diWill Sheff, leader degli Okkervil River.

Un'unione tutt'altro che improbabile la loro, visto che sono tutti concittadini ad Austin, in Texas, nonostante Erickson venga comunemente identificato con un sound sporco ed elettrico che non è certo quello degli Okkervil River, ma già nel 2008 quando suonarono tutti assieme sul palco degli Austin Music Awards si era intuita l'esistenza dell'alchimia giusta. Sheff, che qui figura anche come produttore, si conferma ancora una volta una delle menti portanti della musica dell'ultimo decennio, perché il vero successo del disco, al di là del materiale di straordinario valore, è proprio il fatto che gli Okkervil River si sentono eccome, e non hanno dovuto per nulla stravolgere e adattare il loro suono, esattamente come accadde anni fa quando i Pearl Jam si travestirono da cavallo pazzo per Neil Young senza cambiare faccia o più recentemente quando i Drive-By Truckers riuscirono a rimanere una southern band anche alle spalle di una dea della black-music come Bettye Lavette. Eppure
True Love Cast Out All Evilnon potrebbe essere un disco degli Okkervil River, la poetica di Erickson s'indirizza altrove, nel disincanto di Goodbye Sweet Dreams, arioso mid-tempo che apre il disco dopo gli interlocutori episodi di Devotional Number One (o "del come iniziare male un disco"…) e Ain't Blues So Sad (un demo acustico, probabilmente volutamente mal registrato come la conclusiva God Is Everywhere). La grandezza di questi brani però sta tutta nell'essersi prestati ai giochi di stile di Sheff, che per Roky s'inventa una soul-ballad con tanto di fiati (Be And Bring Me Home, qualcosa dalle parti di un Sam Cooke con la raucedine), un giro a 12 corde "à la Byrds" (Bring Back The Past, melodia con Tom Petty nel cuore), e persino una romanza come Please, Judge, più o meno quello che potrebbe essere un ipotetico esperimento rumorista di Neil Diamond.

E punto in più anche per non essere mai scaduti nel clichè del rocker casinaro e psichedelico che è stato, tanto che la rauca cavalcata rock di
Johnny Lawman è troppo ben costruita per poter essere catalogata come semplice garage-rock. E il meglio deve ancora venire: la title-track è una sontuosa country-ballad con tanto di steel guitar che potrebbe tranquillamente essere prestata a Willie Nelson, Forever continua sulla stessa strada e ci aggiunge archi e tastiere, Think As One si ciba ancora di soul music e Bird'd Crashè un maestoso finale folk-rock che persino il Dylan odierno se lo sogna (non sfugge infatti la somiglianza generale del sound del disco con le creazioni del team Dylan-Lanois di vent'anni fa). Dimenticate dunque il suo passato, True Love Cast Out All Evil è un disco del miglior "classic-rock"che gli Okkervil River hanno reso straordinariamente attuale, e questo è forse la più grande impresa che si possa compiere nel confuso scenario musicale odierno.
(Nicola Gervasini)

3 commenti:

Laura ha detto...

condivido tutto sul disco. anche se non riuscirei a dirlo inmodo così preciso (e soprattutto non stamattina...)

grazie
:-)

Nicola Gervasini ha detto...

...infatti le recensioni di solito le scrivo alla sera :-))

grazie ;-)

Maurizio Pratelli ha detto...

devo ancora ascoltarlo. ma credo ne valga davvero la pena.

BILL RYDER-JONES

  Bill Ryder-Jones Lechyd Da (Domino 2024) File Under:   Welsh Sound I Coral sono da più di vent’anni   una di quelle band che tutti...