sabato 15 gennaio 2011

WOOLDRIDGE BROTHERS - Days Went Around


Scott and Brian Wooldridge sono due veri veterani della roots-music, eppure la sigla Wooldridge Brothers resta sconosciuta ai più. Colpa della mancanza nella loro discografia del disco giusto al momento giusto, e colpa del fatto che i due non si sono mai dannati l'anima a pubblicare dischi con regolarità. Eppure avevano tutto: uno stile vocale molto simile a quello dei Jayhawks (zona Tomorrow The Green Grass), una vena pop in grado di sfornare negli anni 90 una serie di singoli pop-rock per qualche serie TV e un album (Star Of Desire del 1995) che rivaleggiava ai tempi con molti altri roots-duo come Billy Pilgrim o i Jackopierce prodotti da T-Bone Burnett. Aggiungeteci quel nome suggestivo che negli States ricorda a tutti una delle più famose e famigerate società minerarie dell'800, e avrete un quadro completo di un gruppo ingiustamente dimenticato. Noi ne avevamo già parlato nel 2003 in occasione dell'uscita dell'antologico The Unreel Hits, un buon modo per riscoprire il loro sound originale a base di heartland-rock e jingle-guitars alla REM.

Esattamente la stessa formula ritrovata in questo Days Went Around, uscito in sordina già lo scorso anno, ma ora distribuito anche in Europa, e qui ci scappa un "meno male", visto che pur se lontano dall'essere il disco che li consacra ad una storia a cui non apparterranno mai, questa manciata di canzoni riscopre un gusto easy di fare musica americana che sembra ormai perso (i Bodeans, maestri del genere, un disco così non lo fanno da almeno 15 anni…). Prendete ad esempio Thumbs, un'apertura di cd decisa e che vi sembrerà di aver già sentito da qualche parte tanto è capace di imprimersi nella mente fin dal primo ascolto (non a caso alle tastiere c'è un signor Peter Holsapple, ex DB'S e membro aggiunto dei REM negli anni 90, probabilmente il loro nume tutelare più evidente), prendete la gioia che passa nelle note di Coffee Spoons e This Rain, o magari il triste grigiore di Connecting To Aphrodite, esempi di un rock perduto negli anni, quando le chitarre acide e sixties di Does She Love Me Loud o una acoustic-ballad leggera e scanzonata come Mashup Dreams convivevano felici nei college americani dei primi anni 80.

Days Went Around non è solo un nostalgico tuffo nel passato, ma anche una prova di due vecchi stroytellers ancora in grado di sfornare una bella romanza americana come Caledonia Creek, una di quelle epopee che solleticano la nostra più fervida fantasia letteraria fatta di libri di Corman McCarthy, per non parlare dell'orgia di percussioni e fisarmoniche di Your Habit, brano che ricorda tanto i mai dimenticati (da noi perlomeno) Havalinas. Nomi vecchi, nomi che agli under 35 potrebbero dire veramente poco, e forse troveranno pochi spunti di interesse anche negli arpeggi di Desiree, roba che Peter Buck macinava già quando era poco più di uno studente (il riff assomiglia a quello di The One I Love per intenderci). Manca il genio, manca lo spessore storico e l'irrinunciabilità delle canzoni, eppure questa musica ci piace ancora….riuscite a perdonarci per questo?
(Nicola Gervasini)

www.wooldridgebrothers.com
www.myspace.com/wooldridgebrothers

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