sabato 14 maggio 2011

WADE LASHLEY - Come On Sundown


La copertina del precedente capitolo della storia di Wade Lashley (il deliziosoSomeone Take The Wheel) mostrava una strada che mirava al più classico degli orizzonti a perdere degli Stati Uniti, ma non era dato sapere con quale mezzo la si stesse percorrendo. Sulla destinazione però non c'erano dubbi: il viaggio volgeva al sud, così come dichiarato dal brano di apertura del disco (Turn Around South Bound), ma anche da uno stile che pagava il pegno al più classico roots-rock di marca texana. Come On Sundown, poco più di due anni dopo, ci svela finalmente che a viaggiare sulle highways americane è un vero bisonte della strada guidato da un vero cowboy moderno, ma che il viaggio nel frattempo ha seguito una decisa svolta verso Nashville, in Tennessee. Ne sta facendo davvero parecchia di strada il nostro Wade, autore originario dell'Indiana che ha deciso tardi di concedersi una carriera da songwriter indipendente, ma che ora sembra proprio stia recuperando il tempo perduto.

Nonostante il taglio decisamente più country-oriented del predecessore, Come On Sundown appare fin dai primi ascolti come un opera più personale, in cui il suo vocione baritonale comincia ad assumere lo status di inconfondibile marchio di fabbrica, e soprattutto si nota un'ulteriore maturazione in sede di scrittura. Lashley non è uomo da grandi sorprese, il suo pregio maggiore è quello di non voler mai strafare, di non uscire mai dalle righe, e questo suo essere stilisticamente rassicurante suona paradossalmente non come un difetto, ma come la ragione dell'irresistibile appeal di queste 10 semplici canzoni. Ben prodotto insieme a Jeff Lushby, registrato con i fidi Brad Bays (chitarre e mandolini), Keith Gomora (basso) e Ethan Rea (batteria), e impreziosito dagli interventi della fisarmonica di Mike Seitz e la pedal steel di John Reuter, l'album alterna bene momenti riflessivi (la partenza di Virginia Take Your Leave è decisamente malinconica, The Reasons Why un'altra ballatona assai ispirata) ad altri più elettrici (Hands Of Time potrebbe comparire anche su un disco di Shooter Jennings, Cross The Wire torna per un attimo a scavare nella roots-music di Austin).

E' con Mountain Moonlight Song che Lashley mischia bene arte del songwriting e tradizione country, ma è con Too Far Gone che tira fuori l'asso dalla manica con un brano melodicamente perfetto. A partire da qui si torna a sud, lo stile si fa leggermente più southern-rock, e non è difficile immaginarsi la voce di un membro della famiglia Van Zant cantare una Ricochet o una Determined Man, prima di chiudere con una title-track che sa di West-Coast anni 70 e una Wings To Fly che potrebbe venire dal repertorio di Johnny Cash. Come On Sundown non rivoluziona nulla, è semplicemente un bel road-record che può stazionare nella vostra macchina a lungo. Astenersi amanti della vita sedentaria e rockers malati della sperimentazione a tutti i costi.
(Nicola Gervasini)

www.wadelashley.com
www.myspace.com/wadelashley

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