Ólöf Arnalds
SUDDEN ELEVATION
One Little Indian/Self
***
Nelle mappe musicali mondiali l’Islanda restava solo
una terra di vulcani e ghiacci finché non sono arrivati Bjork con i suoi
Sugarcubes a ricordare a tutti che anche da quelle parti si fa musica. Da
allora la scena islandese non ha avuto un suo grande sviluppo anche per
l’esigua popolazione, ma da qualche anno pare che anche Bjork abbia trovato
finalmente una giovane artista a cui passare il testimone. Ólöf Arnalds è una folksinger bionda e strettamente legata alla
tradizione folk nordica, ed è già riuscita a farsi notare anche al di fuori dei
propri confini con due album (Við Og Við del 2007 e Innundir Skinni del 2010), il secondo dei quali vantava la
collaborazione della stessa Bjork e la produzione di Kjartan Sveinsson e Davíð Þór Jónsson dei Sigur Rós. Sudden
Elevation è invece prodotto dall’ex Sugarcubes Skuli Sverisson e, anche se trattasi di produzione tutta islandese,
cerca un respiro più internazionale fin dalla scelta di abbandonare la lingua
madre degli esordi in favore dell’inglese (è singolare pensare che in Italia,
per avere speranze di vendere, molte band hanno invece dovuto fare il percorso
inverso e arrendersi all’italiano, ma questa è un’altra storia). Atmosfere
eteree, magia nordica trasformata in musica, Sudden Elevation combina alla perfezione la tradizione islandese con
il nuovo spleen dell’indie-folk statunitense, risultando, come spesso sta
succedendo, un prodotto composto da elementi vecchissimi per un risultato
modernissimo. La critica che si può muovere a un disco del genere, che, a parte
qualche guizzo (German Fields),
appare monolitico nella sua impostazione, è quello di concentrarsi solo su due elementi
(la voce suadente della Arnalds e l’indubbio fascino di certe melodie),
lasciando in secondo piano una ricerca musicale che resta ancorata su un unico
canovaccio. Come dire che se non vi piace una canzone allora non vi piacerà
tutto l’album e viceversa. Per il resto la Arnalds si conferma artista pronta a
salire un gradino verso la maturità artistica, forte anche di una struttura
ragionata (il disco è quasi un concept) del songwriting. Anche se fra poco è
primavera, Sudden Elevation potrebbe
essere la colonna sonora ideale per il vostro prossimo freddo inverno.
Nicola Gervasini
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