lunedì 6 maggio 2019

CHRISTIAN DRAGHI

Christian Draghi Black Roses & Hats[Ultra Sound Record 2019] 
 
File Under: Heavy songwriters
ultrasoundrecords.eu
di Nicola Gervasini
Era una consuetudine soprattutto negli anni zero che il frontman di formazioni dedite al metal anche più pesante uscisse dal gruppo per provare progetti solisti immersi nel folk e nella musica americana. Un modo come un alto per ribadire le proprie radici, e la comunione di intenti che hanno generi spesso visti come lontani e con un diverso pubblico di riferimento. Christian Draghi ha cavalcato i palchi italiani ed esteri per dieci anni con la metal-band Doctor Cyclops, ma per l’esordio solista ha scelto una iconografia da strade blu, come appare evidente fin dalla copertina. Lui parla di un omaggio ai songwriters degli anni 60 e 70, da Dylan a Cat Stevens, davvero molto ricordato fin dalla title-track che apre il disco, e di un’anima “vintage” che sappiamo benissimo essere ormai modernissima. Nel disco si alternano episodi di pura roots-music come You Never know, ballate come Freaking Out, o classiche cavalcate di marca sudista come Shadow of a Rose. Oppure episodi di classico songwriting west-coast alla James Taylor come Rest Of The Day, opportuni inserti di fiati jazz in Cherry Top offerti da Andres Villani e Claudio Perelli o una Memoriesimpreziosita dal violino di Chiara Giacobbe. A chiudere la piano-song Here Comes The Rain, un lento anni 60 segnato dall’ hammond di Riccardo Maccabruni (When The Silcence Screams) e il riff hard rock di A Friend in A Bar. Oltre ai già citati, nel disco suonano alcuni nomi noti della scena roots/blues italiana, come Marco Rovino dei Mandolin Brothers, Paolo ‘Buddy Blues’ Leandri all’armonica o jazzisti come la sezione ritmica formata da Stefano Bertolotti e Roberto Re.

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