domenica 26 maggio 2019

PAOLO PREITE

Paolo Preite An Eye on the World[Dreamers 2018] 
 
File Under: Don’t Stop Dreaming Rock
paolopreite.net
di Nicola Gervasini


Fa un po’ girare la testa leggere gli ospiti presenti nel disco di Paolo Preite, vuoi perché vi transitano due tra i migliori batteristi che io abbia mai visto suonare (Kenny Aronoff, che non ha bisogno di presentazioni su un sito innamorato di Mellencamp e Fogerty, e Michael Jerome, che ho apprezzato al fianco di Richard Thompson), il bassista dei miei sogni Fernando Saunders (a lungo con Lou Reed, e che già produsse il primo disco di Preite Don't Stop Dreaming nel 2015), e quel vecchio marpione della tastiera che è Bob Malone (Fogerty, Seger, e tanti altri big nel suo curriculum). Basterebbe questo per attirare l’attenzione, ma va dato atto a An Eye on the World di essere un disco che Preite si è autoprodotto con l’intento non di sciorinare collaborazioni note agli addetti ai lavori, ma offrire un pugno di brani intensamente intimi che chiedono anche più ascolti per palesare la loro natura. Saunders ritorna in produzione solo per Una piccola differenza, unico brano in italiano insieme alla title-track, che usa singolarmente sia inglese che italiano. Il disco conferma l’attitudine alla ballata di Preite, che dà il meglio negli episodi più riflessivi come Memories and Dust (con il ceco Ondre J Pivec, che lo aiuta anche in altri brani, e la violoncellista Jane Scarpantoni, anche lei già sentita al fianco di Lou Reed), I Will Meet You Again (con la voce di Chiara Marcon) e Wandering, mentre ovviamente Aronoff dona più polmoni e veemenza a brani come Can’t Find The Reason. Disco ben prodotto e con una manciata di canzoni ben strutturate, come ad esempio il gran finale orchestrale di In Your Eyes.

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