sabato 20 luglio 2019

JAMESTOWN REVIVAL

Jamestown Revival 
San Isabel
[Jamestown Revival/ Goodfellas 2019]
jamestownrevival.com

 File Under: Two hearts believing in just one mind
di Nicola Gervasini (08/07/2019)
Non è più troppo di moda la formula del duo vocale e acustico nel folk americano, quasi un sottogenere, con una sua storia a parte che dagli Everly Borthers e Simon & Garfunkel, che hanno fondamentalmente definito il modello, è passata tramite le esperienze West Coast di Loggins & Messina e alcune realtà degli anni 80-90 (Bodeans, Billy Pilgrim, Jackopierce). Negli ultimi anni mi vengono in mente gli O’s di cui mi sono occupato su queste pagine, ma ora arrivano i Jamestown Revival a rinnovare la tradizione. E lo fanno unendo sia l’eredità dei gruppi citati, sia l’egual filone che ha animato l’indie-folk degli anni 2000, e qui mi vengono in mente soprattutto i Kings of Convenience, altro duo da aggiungere alla collezione.

Zach Chance and Jonathan Clay vengono da Magnolia, Texas, e hanno esordito come Jamestown Revival nel 2014 con l’album Utah, a cui ha fatto seguito nel 2016 The Education of a Wandering Man, pubblicato nel pieno di un fervente attività concertistica. Con San Isabel compiono sicuramente un grande passo avanti in termini di maturazione, riuscendo a coniugare in 48 minuti varie anime musicali, tra cui anche una certa ballata sofferta di stampo texano alla Ryan Bingham come la splendida Killing You, Killing Me. Prima avevano aperto con un numero più country-oriented come Crazy World (Judgement Day), ma sono brani come Who Hung The Moon (i Low Anthem di Charlie Darwin sono lì, dietro l’angolo) o This Too Shall Pass (potrebbe essere un pezzo dei Lumineers) o una Something That You Know che non mi meraviglierei di trovare nel repertorio dei Turin Brakes, a caratterizzare il disco. Sono tutti brani fatti di acustiche, mandolini, tanti cori (anche i Fleet Foxes sono sicuramente tra i dischi che si portano nello zaino), che danno un tocco leggero e se vogliamo più moderno al tutto.

Round Prairie Road torna invece a strutture classiche di armonizzazione proprio alla Simon & Garfunkel, mentre lo strumentale Mountain Preamble serve ad apprezzare la loro tecnica di fingerpicking, e introduce la bella Harder Way, prima che California Dreamin’ (sì, proprio quella dei Mama’s & Papa’s) venga resa in una versione quasi da coro di chiesa di Nashville che sarebbe piaciuta agli Everly Brothers, magari da cantare in medley con Crying In The Rain. Si chiude con una più briosa Mayday Man e l’inaspettata svolta puramente “neilyounghiana” di Winter’s Lament, una sorta di Out On The Weekend in chiave indie.

Senza inventarsi nulla, i Jamestown Revival hanno realizzato un bel disco che ci sentiamo di consigliarvi per i momenti in cui volete staccare la spina dell’elettricità (qui di chitarre elettriche proprio non se ne sentono, siete avvertiti).

Nessun commento:

BILL RYDER-JONES

  Bill Ryder-Jones Lechyd Da (Domino 2024) File Under:   Welsh Sound I Coral sono da più di vent’anni   una di quelle band che tutti...