lunedì 27 luglio 2009

KING CREOSOTE - Flick The Vs


06/07/2008
Rootshighway


VOTO 5,5
Avete tutti in mente come si svolge scena: un amico vi invita ad uscire con lui per fare da galante accompagnatore alla solitaria amica della sua fidanzata, e alla vostra naturale domanda su come sia d'aspetto la suddetta amica, il furbo compagno di avventure vi risponde "è simpatica". Ecco, il giustificato timore che questa risposta incute in qualsiasi esemplare di sesso maschile dovrebbe essere equipollente a quello che vi dovrebbe sorgere quando, leggendo una recensione, trovate la parola "interessante" tra i giudizi. State in guardia dal termine, perché potrebbe celare il forte imbarazzo del recensore, che non riesce davvero a farsi piacere quello che sente, ma in qualche modo è sovrastato dall'impegno morale di dover riconoscere gli indiscutibili meriti dell'artista in questione. E arriviamo dunque a King Creosote, un tipico eroe "indie" del nostro tempo, uno scozzese ovviamente sotto pseudonimo che ha pubblicato talmente tanti titoli ufficiali che diventa impossibile anche per lui dire che numero di album sia questo Flick The Vs (lo stesso sito della Fence Records, etichetta di cui è proprietario, lo definisce "il milionesimo album di King Creosote"). Artista pieno di iniziative e progetti paralleli, dotato di quell'anarchia tipica di chi ha la possibilità di seguire sempre e solo il proprio istinto, King Creosote nasce dallo stesso ambiente del nuovo brit-folk che ha generato James Yorkston o l'ex Ararb Strap Malcolm Middleton, ma con una fama più da schizzato genialoide che lo accompagna ormai da più di 10 anni. La musica di Flick The Vs vorrebbe nascere dal paradosso tra vecchio e nuovo, seppellendo semplici folk-song come Fell An Ox o scanzonate pop-song come il singolo Coast On By, sotto una cortina di drum-machines che oggi suonano alquanto datate. Qui sta il primo grosso limite del disco: l'unione di sonorità acustiche e fisarmoniche con il battito robotico generato dal computer poteva essere "interessante" molti anni fa, ma nel 2009, se usato a sproposito come nella ipnotica Rims, fa solo rimpiangere l'utilizzo di una normale sezione ritmica. Si prenda l'iniziale No One Had It Better: dopo qualche ascolto si rivela anche essere una buona canzone, peccato che bisogna attendere due minuti buoni di inutile paccottiglia elettronica prima di poterne godere, comunque disturbati da batterie che sparano fastidiosamente nelle casse. Two Frocks At The Wedding invece promette tanto, ma non mantiene mai, fornendo cinque minuti monotoni e ripetitivi fino all'ossessione. E così, dopo l'"interessante" che evita al recensore di fare la figura dell'incompetente in fatto di musica alternativa e intellettualoide, arriviamo al canonico "pretenzioso" e a parlare della solita "occasione persa". Non vi faremo perdere troppo tempo stavolta: Flick The Vs è pieno di belle idee (Curtain Craft), testi mai banali (Camels Swapped For Wifes) e un paio di brani sopra la media (Saw Circular Prawess ad esempio), ma nel complesso fa spendere una sola, terrificante, e da sempre evitata dai più corretti recensori, parola: noioso. (Nicola Gervasini)

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