lunedì 5 aprile 2010

GRAHAM PARKER - Imaginary Television


15/03/2010
Roothighway


"Non giudicare un libro dalla copertina" dice un vecchio detto, ma, con un minimo di statistica, sarebbe facile scoprire che sì, a volte anche l'abito fa il monaco. Imaginary Television, nuova fatica di Graham Parker, si presenta subito male, con un'orrenda copertina da corso base di Powerpoint che purtroppo anticipa quello che potrebbe risultare il peggior disco della splendida carriera di questo brit-rocker americanizzato. Non il più "brutto" esteticamente forse, perché scavando nella sua discografia minore si possono magari citare i suoni da denuncia penale di The Real Macaw del 1983, ma in quel caso c'era comunque una storia da raccontare, un gruppo abbandonato (i Rumour) per cercare di rimanere al passo con i tempi e vendere quel paio di copie in più che garantissero un contratto con una major, conditio sine qua non per sopravvivere agli anni 80. Qui invece abbiamo un dischetto che si ascolta senza patemi, con un non-sound che si basa tutto sulla solita chitarrina di Parker (che dovrebbe arrendersi all'idea che senza una valida sei corde a fianco può fare ben poco), basso, batterie e pochissime variazioni sul tema.

E il vero problema non è neanche la
homemade production, Parker infatti vi si è rintanato fin da Struck By Lightning del 1990 e fino ad oggi era riuscito sempre a dare un senso ad ogni sua sortita, per quanto spartana e fuori dal tempo. C'era l'album filo-folk (12 Haunted Episodes), l'album filo-soul (Acid Bubblegum), l'album filo-country (Your Country), l'album filo-rock (Songs of No Consequence) fino all'highlight dell'album filo-roots (Don't Tell Columbus). Qui invece non sappiamo neanche come definirlo, Imaginary Television sembra un disco di scarti del suo predecessore, potremmo definirlo solo filo-Parker, ma anche lui appare svogliato e poco coinvolto nello sciorinare 35 minuti poveri di canzoni significative e desertici in termini di idee musicali, e tutto fa pensare che sia un album amico proprio di nessuno. Certo, i "parkerilla fans" riusciranno magari a trovare ugualmente compiacimento dai versi taglienti di Weather Report o dalla bella Broken Skin (forse l'unico episodio che vale il suo buon nome), ma poi resta poco altro.

Passate infatti le prime due tracce, con una sensazione di sufficienza raggiunta per minimo sindacale, si piomba in una serie di spaventosi déjà vu parkeriani (con l'accoppiata centrale
Always Greener e See Things My Way si tocca forse il fondo dell'auto-plagio), senza futuro e soprattutto con davvero pochi spunti d'interesse. Quando l'album tenta di darsi una sferzata con il finale di More Questions Than Answers e 1st Responder è ormai troppo tardi, convincere le nuove generazioni che nella penna di quest'uomo passano alcune delle migliori pagine del songwriting moderno sarà difficile con un prodotto così povero e frettoloso. Il sabato notte è morto e lo hanno ucciso gli altri, ha sempre ragione lui, ma ora comincia ad esserci un po' di sangue anche sulla sua camicia.
(Nicola Gervasini)

4 commenti:

Blue Bottazzi ha detto...

A mio giudizio, Imaginary Television è il migliore disco di GP dai tempi di Heat Treatment ed uno dei più piacevoli dischi inglesi dai tempi di Village Preservation Society...

come la mettiamo?

Nicola Gervasini ha detto...

Fioretto o pistola? :-)
...bè...da Heat treatment a questo ci sono in mezzo perlomeno stickto me, squeezingoutsparks, monalisassister, struckbylightning che penso proprio siano irraggiungibili ormai anche per lui....per il resto so che anche Denti l'ha apprezzato, i giudizi in genere sono etremi, in molti lo considerano come me una delle cose più inutili della sua carriera, altri invece lo apprezzano persin più del precedente.....buon segno, se fa discutere vuol dire che è ancora vivo, e io GP lo adoro, è il mio simbolo, l'artista in cui più mi identifico, e stroncarlo mi è costato lacrime e dolore, ma proprio questo disco non mi va giù, o perlomeno non riesce ad appassionarmi come gli altri.....poi ovvio che me lo compro comunque perchè non mi sono mai perso un suo cd,

Fabio Cerbone ha detto...

Il disco è bruttino forte, poche storie per me, e ci sono rimasto male anch'io perchè adoro Graham Parker.
Heat Treatment lo vede con il cannocchiale purtrooppo.

un'altra campana ha detto...

qui l'altra campana.

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