lunedì 28 marzo 2011

OH NO OH MY - PEOPLE PROBLEMS




Vengono da Austin gli Oh No, Oh My, nome tipicamente “indie” che tradisce subito il loro nascere dalla parte più alternativa di una delle capitali della musica americana. Niente roots-music e influenza di cantautorato texano dunque nelle loro note, ma tanto dei loro concittadini Spoon, Okkervil River e Shearwater, vale a dire le frequentazioni dei 4 membri (Daniel Hoxmeier, Joel Calvin, Greg Barkley e Tim Regan) fin dal 2005 , anno in cui unirono le forze per produrre un omonimo e autoprodotto disco d’esordio che guadagnò qualche buon riscontro, ma si perse presto nell’oblio. Evidentemente poco pressati e senza grosse urgenze artistiche, i quattro ragazzi ci hanno messo 5 anni per pensare ad un seguito, ma questo People Problems arriva comunque dopo un paio di EP che hanno alimentato le attese del mondo del rock indipendente. Il sound della band pesca un po’ ovunque, utilizza indistintamente ritmi e stili pop (Walking Into Me) e folk (Circles And Carousels), riempiendo molto con orchestrazioni (splendide quelle architettate per Should Not Have Come Into This), ma con anche la capacità di cogliere il nocciolo di una canzone con un semplice arrangiamento acustico (Brains). Su tutto giganteggia comunque la voce angelica di Greg Barkeley, un po’ Jim Jones dei My Morning Jacket, un po’ Chris Martin dei Coldplay, in ogni caso il vero strumento che caratterizza un suono molto pulito e cristallino. Tanta gavetta comunque non è passata invano, People Problems infatti è una piacevole sorpresa che ci regala alcune piccole perle che molto devono ai Wilco più recenti (quanto piacerebbe a Jeff Tweedy la conclusiva Summerdays?), oppure che pescano in tradizioni inglesi (Morrissey con i suoi Smiths avrebbero fatto faville con una ballata come So I Took You). Il risultato non è forse dei più originali, e la strada per raggiungere i livelli di eccellenza delle altre band cittadine è ancora lunga, ma indubbiamente brani come No Time For Talk e Not The One non sono il parto di una band che si ritrova solo per divertimento dopo il lavoro, ma di qualcuno che comincia ad avere un progetto artistico serio che siamo sicuri non finirà qui. Sempre che non debbano passare altri 5 anni per seguirne le sorti.


Nicola Gervasini

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