FRIGHTENED RABBIT
PEDESTRIAN VERSE
Atlantic
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Scozzesi e attivi fin dal 2003, i Frightened Rabbit sono una delle realtà
più interessanti del nuovo mondo indie-folk britannico. Dopo due album rimasti
nel sottobosco delle nuove band del genere (Sing
the Greys del 2006 e The Midnight
Organ Fight del 2008), nel 2010 il loro The
Winter of Mixed Drinks ha collezionato buone critiche e soprattutto vendite
al di sopra della media del settore, con posizioni certificate nelle billboards
inglesi e americane. Pedestrian Verse arriva per fare il
colpo finale, forte di un’etichetta tutt’altro che “indie” come l’Atlantic e
una produzione di primo livello che coinvolge anche un veterano delle sale di
registrazione come Tchad Blake. Con
ben in mente il colpo di fortuna capitato ai Lumineers, oggi negli Ipod di
tutto il mondo giovanile grazie ad un azzeccato tormentone folk, l’album si
presta ad una fruizione facile e senza troppi pensieri. In Inghilterra il disco, uscito ai primi di
febbraio, è già in cima alle charts, mentre quello degli Stati Uniti resta un
mercato più lento ad accogliere le novità, ma è evidente che il disco risponde
alle richieste del mercato, sebbene i l primo singolo State Hospital (che aveva anticipato il disco già a fine 2012) non
sembra avere la stessa potenza melodica di una Ho Hey. Meglio il nuovo estratto The Woodpile, sostenuto anche da uno scioccante video con scene di
violenza in un supermercato, e che alle nostre orecchie allenate da ascolti
storici ricorda non poco le atmosfere dei loro connazionali Big Country che
furono negli anni ottanta. Album lungo (i brani arrivano a 15 nella deluxe
edition, si va oltre i cinquanta minuti), ma che pesca a piene mani nella
tradizione della propria terra con la giusta e dovuta devozione, con reminiscenze
che toccano anche classici come Dexy’s Midnight Runner e Waterboys, ma che si
inquadrano comunque nello stile volutamente low-profile delle band indipendenti
odierne. Dove magari ancora mancano è
nella scrittura, forse sempre un po’ ancorata a schemi non loro, anche se
episodi come December’s Traditions e Late March, Death March già volano su
buoni livelli. Disco leggero e immediato ma non per questo da ignorare, Pedestrian
Verse è al pari dei Lumineers un disco che mette d’accordo vecchie e
nuove generazioni, e già non è poco.
Nicola
Gervasini
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