OF MONTREAL
Snare Lustrous Doomings
Polyvinyl
***1/2
Per parlare degli Of
Montreal serve ricordare cosa fosse il gruppo Elephant 6, una sorta di
collettivo di musicisti nato a Denver a metà degli anni 90, da cui uscirono sei
band considerate seminali per tutto quello che sarà l’indie-rock da lì in poi.
Se i Neutral Milk Hotel restano forse i più mitizzati e influenti, loro restano
tra i pochi a non aver mai avuto pause e ripensamenti nel corso di ormai quasi
20 anni di carriera. Non abbiamo ancora fatto a tempo ad assimilare il loro
recente tredicesimo album Aureate Gloom che anche alla
creatura di Kevin Barnes è venuta
una certa urgenza di auto-celebrazione. Snare Lustrous Doomings è infatti un
corposo doppio cd live, per la verità già circolato qualche mese fa in
occasione di un Record Store Days in una colorata versione in vinile (solo 3000
copie esistenti), ma ora finalmente pubblicato ufficialmente anche in cd.
Nuovamente orfani di Bryan Poole, altro storico deus ex machina della band che
ha mollato la nave nel 2013, la line-up della sigla, da sempre alquanto
instabile, viene colta in una formazione a quintetto che oltre al leader Barnes
conta i recenti acquisti Bob Parins al basso, Bennet Lewis alla chitarra (che
ha un tocco decisamente più rock dei suoi predecessori) e JoJo Glydelwell alle
tastiere. In questo senso il batterista Clayton Rychlik, imbarcato nel 2010,
figura essere il membro più anziano, a parte Barnes che sta al timone fin dal
1996. Questo per dire che da un certo punto di vista l’operazione suona come se
i Rolling Stones avessero fatto il primo album live in carriera con solo Mick
Jagger e quattro session men, e spiace quindi non poter presentare il disco
come il vero testamento live del gruppo. Dall’altra parte però l’intelligenza
di Barnes è quella di aver prodotto una performance decisamente brillante, con
numerosi ripescaggi dal passato e un clima generale di fun-pop
sixties-oriented, mixato con le mille influenze (A Sentence Of Sorts In Kongsvinger ringrazia sentitamente i Talking
Heads ad esempio) che da sempre animano la musica della band. Come dire: “forse
abbiamo terminato la corsa come nome rivoluzionario, ma possiamo ancora
divertirci parecchio!”. Scaletta lunga (19 brani), corredata da una succosa
cover di Time Will Show the Wiser,
brano pescato dal primo album dei Fairport Convention, qui interpretato
dall’ospite Nedelle Torrisi. Non
abbiamo spazio per i paragoni con le versioni passate, ma sicuramente qualche
fans potrebbe lamentarsi per una certa mancanza di eccentricità e una fin
troppa professionalità nel rivisitare il loro songbook, come se Barnes avesse
deciso che è ora di concedersi per lo show e di insegnare qualcosa alle nuove
generazioni. Nulla di male, perché seppur lungo, il disco non annoia e in parte
ripaga della freddezza con cui è stato accolto il recente album Aureate Gloom.
E come introduzione per i neofiti per la band potrebbe anche essere
consigliato.
Nicola Gervasini
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