lunedì 14 marzo 2022

LORENZO SEMPRINI

 

Lorenzo Semprini

44

(Lorenzo Semprini, 2021)

File Under: Nato per correre in bilico

Personaggio certamente non nuovo sulle nostre pagine Lorenzo Semprini, attivo da più di 20 anni con i suoi Miami & The Groovers nel portare avanti quella filosofia blue-collar di estrazione springsteeniana, che è poi anche l’anima delle 22 edizioni da lui organizzate del festival Glory Days in Rimini, ormai consolidata alternativa al più affollato (ma molto meno sudato) Meeting di Rimini o alle serate in discoteca nella città romagnola. Nuova però è la veste con cui si presenta in questo 44, suo primo disco solista, e anche primo disco che abbraccia la nostra lingua, un percorso già visto in passato da alcuni suoi illustri precursori (Graziano Romani dei Rocking Chairs ci provò con Adios ma decise che non era cosa sua, in altri casi invece gente come Michele Anelli di altri Groovers si è proprio inventato una nuova carriera). 44 era anche la sua età quando ha iniziato a scrivere il disco (che dura 44 minuti e 44 secondi, per chiudere il cerchio), che ha avuto una lunga gestazione di tre anni, e uno stuolo di più di venti musicisti coinvolti, con nomi anche qui ben conosciuti dai nostri lettori come Antonio Gramentieri (Rimini ‘85 la si riconosce subito come una estrazione del suo DNA musicale), Daniele Tenca, Riccardo Maccabruni, Beppe Ardito, Paolo Angelini, e scusate se non possiamo citare tutti. Una sorta di amichevole after party del Glory Days si potrebbe pensare, e invece il disco sorprende per come Semprini si cala bene nel ruolo di cantautore più intimista e riflessivo, non rinunciando alla propria inclinazione rock in certi episodi (Adrenalina, Lei Aspetta), ma non calcando mai sui toni epici da rock band di strada ma piuttosto su quelli dello storyteller. E le storie sono personali (Occhi Verdi è dedicata alla madre, Equilibrio Fragile probabilmente a sé stesso) o letterarie (La Terra Brucia, Johnny Solitario) o tipiche di quel senso di destino comunitario che sempre anima il rock romagnolo come la romantica Una Notte Così, Il Tempo di Un Battito e Siamo Rimasti Noi. Dal lato produttivo (se ne occupa Gianluca Morelli) notevole Gospel Rain con il suo coinvolgente crescendo finale, impreziosita dalla voce di Vanessa Peters e da una gran bella pedal steel suonata da Alex Valle, a riprova di un album che credo gli faccia fare un salto di qualità non indifferente. Non che la festa rock sia finita, anche se il periodo storico non è quello più favorevole, ma certe storie andavano raccontate con un nuovo linguaggio che Semprini ha abbracciato con buon successo, tanto che potremmo anche auspicarne un secondo capitolo.

 

Nicola Gervasini

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